Le proteste no green pass sono ormai una vergogna per i più perché hanno passato da un pezzo i limiti non solo del buon senso ma anche della decenza sociale ed ora anche storica.
Lascia basiti come questi inanellino, partendo dall’assalto alla CGIL, passando per il tentato blocco del porto di Trieste, fino ad approdare alla sfilata di dubbissimo gusto in veste di deportati a Novara.
Se all’inizio il movimento spontaneo (?!) auto-denominatosi No Green Pass nasce da istanze, forse, comprensibili – con un notevole sforzo democratico- in un momento delicatissimo come quello che stiamo attraversando oggi a seguito non di uno scantonamento ma di tanti episodi sconcertanti risulta davvero inaccettabile.
Dire che questi signori propugnano tesi dall’inesistente fondamento giuridico è anche essere troppo larghi di manica, in realtà qui c’è un coacervo di egoismo, paura, vittimismo da un lato che si vanno a miscelare con protervia, ignoranza, pressapochismo e presunzione che creano un insieme davvero decifrabile a fatica.
Proteste No Green Pass: da una vergogna all’altra
Una fatica ampliata al massimo dal ragionamento a geometria variabile che assumono per dare alle loro istanze.
Quell’ellitticità che li porta a distanziarsi dai No Vax ma poi a ricalcarne pari pari le orme dimostrando con essi molti più punti di vicinanza (se non di sovrapposizione) che non di distinzione vera e propria.
Assumere che lo Stato operi una sorta di schedatura con il Green Pass e, propugnandone l’obbligatorietà, in realtà sta imponendo l’obbligo vaccinale in maniera surrettizia è soffermarsi all’esterno del problema vero che non né libertario né di privacy ma semplicemente del corretto modus di affrontare e portare a termine questa pandemia.
Purtroppo, il concetto di libertà è a questi signori molto poco chiaro e specie in una democrazia liberale e rappresentativa come la nostra.
Martin Luther King
La mia libertà finisce dove inizia la vostra.
Una protesta fatta solo di slogan
La frase ad effetto per eccellenza, un modo per rispondere per slogan a chi, come ai No Green Pass, piace crogiolarsi in slogan vuoti, appunto, prima di degenerare in manifestazioni che di democratico non hanno nulla e si rivelano essere di anche molto pericolose, socialmente parlando.
L’ultima trovata della sfilata a Novara travestiti da deportati verso i campi di concentramento giocando, disgustosamente e senza alcun ritegno, sul parallelismo fra Shoà e Green Pass non lascia solo sconcertati ma di più.
Una mancanza assoluta di empatia e di discernimento storico ed antropologico perché il tutto viene fatto in dispregio dei morti che ci furono nei campi allora e dei morti che ci sono stati e ci sono oggi.
Il governo sbaglia gridano ai quattro venti, ed è vero: il governo sbaglia a non imporre l’obbligo vaccinale; ha sbagliato fin dall’inizio quando non ha imposto regole certe ed imperative che colpissero duramente tutti questi rivoluzionari della domenica.
Troppa democrazia, o meglio troppa malintesa democrazia da parte di chi non è in grado di apprezzarla rischia solo di mettere a repentaglio l’uscita da questa crisi pandemica orma infinita.
Protesta No Green Pass: forse non è chiara l’emergenza?
Uno stato di emergenza rispetto al quale, ovviamente loro ma pure molte forze politiche che strizzano loro l’occhio in prospettiva elettorale, ora si torna a discutere per l’allungamento che ancora una volta.
Uno stato di emergenza che rischia di andare all’infinito proprio per l’agire irresponsabile di queste sacche di resistenza all’applicazione di una corretta politica sanitaria disconosciuta da chi disconosce la scienza.
Evitiamo, poi, di toccare le vette inesplorate del complottismo e dello sfruttamento strumentale di queste posizioni che stanno facendo forze dell’estrema destra (ma anche parte di quella che si definisce più moderata). Ci toccherebbe dare fondo a quelle residue forze che ci restano da quando abbiamo la precisa cognizione che dialogare in questo caso è solo una perdita di tempo.
Una sola cosa ci sentiamo di chiedere a gran voce: cerchiamo di recuperare un minimo di serietà ed umanità.
Questa è una situazione eccezionale in cui tutti ci si sente un po’ limitati ma, non è il caso di compattarsi e andare oltre e subito piuttosto che degenerare in queste manifestazioni?