Le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera sono ai massimi livelli da 800 milioni di anni a questa parte. Siamo di fronte a una accelerazione senza precedenti in termini di impatto ambientale. Da sola, l’agricoltura può contribuire a questa situazione fino al 30% (utilizza circa il 70% delle risorse idriche mondiali e il 30% di quelle energetiche). Se pensiamo che da qui al 2050 il pianeta dovrà nutrire 9 miliardi di persone, è semplice comprendere che quello di cui c’è bisogno è un vero e proprio “cambio di paradigma“: un nuovo approccio al cibo e all’agricoltura.
Proprio per rispondere a questa sfida, il Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN) ha organizzato a Roma il primo Stakeholder Forum del suo Osservatorio Internazionale sull’Agricoltura Sostenibile, intitolato: ‘Climate @ Risk & Food @ Risk’. 12 esperti di fama mondiale, in rappresentanza di agricoltori, mondo accademico, investitori, organizzazioni non governative e industria agro-alimentare, si sono riuniti per elaborare scenari condivisi, indicare possibili soluzioni e stimolare il dialogo sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, soprattutto per il settore agro-alimentare. Un primissimo passo è stata la definizione di una vera e propria “call to action“, un documento che verrà presentato simbolicamente in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente.
L’obiettivo è chiamare a raccolta la comunità scientifica e tutta la società civile intorno a questo documento, basato sulla chiara definizione delle criticità e dei nuovi paradigmi da cui ripartire per individuare tutti insieme i passi necessari da compiere nella direzione di una agricoltura che sia sempre più sostenibile. Il risultato finale sarà un manifesto che verrà presentato durante il Panel sull’Agricoltura Sostenibile del Settimo Forum BCFN.
“Con questa iniziativa – spiega Paolo Barilla, Vice Presidente Fondazione BCFN –abbiamo voluto lanciare una vera e propria “call to action”, primo passo di una consultazione pubblica sui temi dell’agricoltura, del cibo e dei cambiamenti climatici. Chiediamo a tutti gli attori della filiera agro alimentare di lavorare insieme per trasformare la società attraverso nuove regole e paradigmi, nuove soluzioni, nuovi modelli di business e una nuova consapevolezza. Purtroppo, in questo momento, con le nostre scelte alimentari e coi nostri stili di vita, ci stiamo letteralmente “mangiando il nostro pianeta”. La sfida che ci aspetta, da qui ai prossimi anni, è proprio questa: camminare e lavorare fianco a fianco per puntare ad una agricoltura che sia sempre più sostenibile e a un approccio al cibo e all’alimentazione che siano non solo buoni per la nostra salute, ma anche per il pianeta”.
1. Riconciliare l’agricoltura e il sistema alimentare: la produzione dei prodotti agricoli deve tornare ad essere considerata parte fondamentale del sistema alimentare, e completamente integrata nella catena di creazione del valore.
2. Includere i costi reali del cibo nei modelli di business. Oggi i prezzi del cibo non riflettono i costi reali, vanno considerate anche le esternalità positive e negative dal punto di vista dell’impatto sulla società, sulla salute, sull’ambiente.
3. Aumentare la produzione di cibo in aree urbane e periurbane. Questo implica destinare spazi per l’agricoltura nelle città, in modo da favorire l’accesso a cibo e nutrizione di qualità anche alle fasce più povere e poter conservare l’importanza culturale di cibi tradizionali.
4. Includere l’agricoltura nelle strategie di mitigazione e di riduzione del cambiamento climatico. Adottando strategie e tecnologie adeguate, l’agricoltura è in grado sia di mitigare il cambiamento climatico sia di proteggerci dai suoi effetti. Inoltre, i suoli contengono più carbonio che le piante e l’atmosfera messe insieme, e questa risorsa dev’essere protetta e utilizzata nella maniera più efficiente possibile.
5. Accelerare una transizione completa all’agro-ecologia e ad un’economia circolare.
Dobbiamo realizzare dei sistemi alimentari sostenibili in termini sia di produzione che uso delle risorse naturali attraverso la prevenzione, il riciclo e il riuso di rifiuti e perdite del settore agricolo.