Tombola o bingo? Probabilmente in tanti faranno ancora confusione, nonostante il secondo sia ormai diffuso in Italia da svariati anni. La tombola è evidentemente più tradizionale, fa puntualmente capolino sulle tavole imbandite a festa tra Natale e Capodanno, mentre il bingo si gioca anche negli altri periodi dell’anno, nelle sale piuttosto che in contesti casalinghi. I due giochi sono molto simili tra di loro e di fatto nessuno di loro richiede particolari capacità ai partecipanti. La tombola è nata in Italia, il bingo ha avuto invece origine all’estero. Era il 1929 quando Edwin Lowe, un venditore di giocattoli americano, giocò in Georgia una partita di beano, di cui stravolse il nome coniando per errore il termine “bingo”.
Una volta tornato nella sua New York, Lowe parlò del beano ai suoi amici e fu così che nacque ufficialmente un nuovo gioco noto come bingo, che come la tombola è basato su un tabellone da 90 numeri e su una serie di cartelle da 15 ciascuna. Le differenze con la tombola sono comunque evidenti e si individuano facilmente nei premi messi a disposizione: nel bingo si parte dalla cinquina e quando vengono marcati tutti i numeri di una cartella è possibile accedere a vincite di entità diversa, a seconda della quantità di estrazioni eseguite prima dell’uscita del numero che sancisce la fine della partita.
Il bingo viene giocato in grandi locali anche perché i premi vengono composti con delle precise percentuali degli incassi. Non ci è voluto molto prima che anche gli italiani vi prendessero confidenza, quando la prima sala da bingo alzò le saracinesche nel nostro territorio sul finire del secondo millennio, quando il gioco stava già spopolando in Inghilterra e in Spagna. Il bingo è continuamente sotto lo sguardo vigile e attento del fisco, che impone che i set di palline numerate utilizzati per le estrazioni vengano sostituiti ogni 5.000 partite. Un discorso valido anche per il bingo sviluppato per l’online: in genere, infatti, le piattaforme di intrattenimento digitale interfacciano l’utente con una sala vera e propria. Le regole, pertanto, non cambiano.
A prima vista si potrebbe pensare che l’avvento di Internet abbia cambiato il modo di intendere i giochi che una volta venivano praticati esclusivamente dal vivo. In parte è così, ma nonostante la crisi del settore si contano ancora diverse decine di sale da bingo su tutto il territorio italiano. I locali sono collegati ai server AAMS che tutelano e assicurano il gioco legale. I giocatori non devono far altro che comprare le cartelle, sedersi al tavolo e incrociare le dita.
A differenza della tombola, il bingo vanta qualche variante che si differenza per quantità diverse di numeri tra cartelle e tabellone. Niente di trascendentale, ad ogni buon conto. La logica e le regole del gioco rimangono immutate, ma contemporaneamente ne precludono uno sviluppo futuro. Giochi come la tombola e il bingo vanno presi così come sono e rispettati per il loro lato folkloristico. Se a distanza di decenni questi passatempi non passano mai di moda, ci sarà pur un motivo…