Uno stand virtuale alla GreenWeek Europea informa sui potenziali benefici di un’area di controllo delle emissioni nel Mar Mediterraneo.
La rete delle ONG che si battono per l’istituzione di una MedECA – un gruppo di associazioni provenienti da Francia, Spagna, Italia, Grecia, Malta, Portogallo e Germania – rafforza la richiesta di dichiarare il Mar Mediterraneo un’Area a Controllo delle Emissioni di ossidi di zolfo (SOx) e di azoto (NOx) (SECA e NECA).
Da oggi la rete apre per quattro giorni le porte del suo Stand virtuale dal titolo “La rete MedECA – Insieme contro l’inquinamento atmosferico delle navi” presso la GreenWeek di quest’anno ospitata dalla Commissione Europea. Le emissioni di ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx) e particelle (ultra) fini (PM) derivanti dalle navi rappresentano una grave minaccia significativa per la salute umana, l’ambiente e il clima. Nella regione del Mediterraneo le emissioni delle navi contribuiscono in maniera significativa alle concentrazioni degli inquinanti atmosferici in una regione in cui vivono circa 250 milioni di persone.
Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria: “Il 2021 è l’anno decisivo per ridurre l’inquinamento atmosferico causato dalle navi nel bacino del Mediterraneo. I paesi del Mediterraneo devono, alla COP22 che riunirà le parti contraenti della Convenzione di Barcellona a dicembre, convenire di presentare all’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) la proposta di dichiarare il Mar Mediterraneo un’Area ECA. Il completo beneficio su salute e economia si avrà solo quando il Mediterraneo verrà dichiarato ECA sia per SOx, che per NOx”.
Maria Garcia, policy officer presso Ecologistas en Accíon in Spagna: “Chiediamo alle Parti Contraenti di proteggere la salute delle persone che vivono nella nostra regione. Le concentrazioni elevate di PM2,5 derivanti dalle emissioni delle navi sono del tutto sovrapponibili alle principali rotte marittime. In queste aree troviamo molte delle città più densamente popolate della Regione Mediterranea”.
Vasilis Papadopoulos, consulente legale dell’Hellenic Ornithological Society / BirdLife Greece: “La proposta dovrebbe includere anche il divieto di utilizzo dell’olio combustibile pesante e, conseguentemente, il divieto di tutti i tipi di scrubber nel Mediterraneo, per proteggere anche l’ambiente marino”.
Beate Klünder, responsabile delle politiche dell’associazione tedesca NABU: “I dati dell’ECA già istituita nel Mar Baltico e nel Mare del Nord mostrano l’efficacia delle Aree a Controllo delle Emissioni (ECA). Le emissioni di ossidi di zolfo e il particolato sono diminuiti notevolmente e si sono evitate oltre 1.000 morti premature all’anno. È terribile che i cittadini del Nord Europa siano più protetti di quelli che vivono nel bacino Mediterraneo. Questo è un trattamento iniquo che deve essere immediatamente interrotto! “
Recenti valutazioni d’impatto commissionate da Francia, Commissione europea e dal Centro regionale di risposta alle emergenze sull’inquinamento marino per il Mar Mediterraneo (REMPEC) indicano che la designazione del Mediterraneo come SECA e NECA eviterebbe fino a 10.000 morti premature all’anno. Gli ossidi di zolfo sarebbero ridotti del 95% e le emissioni di PM2,5 si ridurrebbero dell’11% se la regione fosse designata SECA. Le emissioni nocive di NOx diminuirebbero fino al 70% se il Mediterraneo fosse dichiarato un’Area NECA. Inoltre, in termini di salute, i benefici superano i costi di oltre 4 volte.
Le emissioni di inquinanti atmosferici delle navi sono regolamentate dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) nell’Allegato VI della Convenzione Internazionale sulla Prevenzione dell’Inquinamento Provocato dalle Navi (MARPOL). Questo stabilisce limiti riguardo al contenuto di zolfo dei combustibili marini e le emissioni di ossidi di azoto (NOx). Per ridurre le emissioni in un’area specifica, l’IMO designa talune regioni come Aree a Controllo delle Emissioni per SOx e/o NOx come ha già fatto per il Mar Baltico, il Mare del Nord e la Costa del Nord America.