Dai micro ortaggi agli agri gioielli, dai droni per l’air force anti parassiti sul mais al “Grande Fratello” dei pascoli passando per le api con il Gps, dai frutti tropicali made in Italy al ketchup contadino, dai fiori nel piatto alle bambole green salvate dalla discarica, sono solo alcune delle curiosità che dimostrano la creatività contadina e lo spirito imprenditoriale dei giovani che uniscono tradizione e innovazione allargando i confini dell’attività agricola come dimostrano le novità presentate dalla Coldiretti al primo “Open Day dell’agricoltura” italiana per vivere un giorno da contadino sui trattori, nelle fattorie didattiche, nelle cucine o con gli animali in Puglia a Bari nel lungomare Imperatore Augusto a Bari.
Le nuove generazioni sono il motore dell’agricoltura del futuro con una crescita del 6% nel 2017 per un totale di 55.121 imprese agricole italiane condotte da under 35 che pone l’Italia al vertice nell’unione Europea. Le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più.
I giovani agricoltori usano il web e la tecnologia, 1 su 4 è laureato e conosce, almeno a livello scolastico, una o più lingue straniere, di solito l’inglese, mentre 8 su 10 sono abituati a viaggiare e andare all’estero, una caratteristica che permette di raggiungere e inserirsi in nuovi mercati e di mandare i propri prodotti in giro per il mondo.
Un “curriculum” che assicura una grande capacità di innovazione come dimostrano tanti giovani da nord a sud dell’Italia. Carlo Maria Recchia sui suoi campi di mais corvino usa i droni per la lotta integrata contro i parassiti infatti attraverso una speciale “bio air force” due volte l’anno bombarda i parassiti con un insetto antagonista che li distrugge. Fra le novità sull’uso della tecnologia in agricoltura c’è poi un vero e proprio Grande Fratello creato da Emanuele Nobile attraverso un dispositivo elettronico che controlla i movimenti delle mucche al pascolo per capire se sono soddisfatte o se invece devono cambiare prato e foraggio.
Ma preziosa è anche l’idea di Daniele Montalbano di installare l’antifurto per le arnie delle sue api, un dispositivo che avverte sul cellulare in caso di tentativo di furto e segue le arnie rubate attraverso un sistema GSP. E sul fronte della tracciabilità non manca neppure il QR Code che Lorenzo Pupo ha messo sulle sue patate per sapere tutto dei tuberi che si portano in tavola.
L’innovazione però arriva anche dalla terra come dimostra – spiega la Coldiretti – l’esperienza imprenditoriale di Stefania Cannone che in Puglia produce micro ortaggi, dalla rucola alla borragine, dalle cime di rapa al cavolo rosso, dai ravanelli alle lenticchie, rarissimi e utilizzati soprattutto da grandi chef e food blogger con piantine raccolte nella fase immediatamente successiva al germoglio nel momento in cui i livelli di vitamine sono cinque volte superiori rispetto alle piante adulte. I giovani sanno reagire anche ai cambiamenti climatici come dimostra l’idea di Letizia Marcenò e Andrea Passanisi di produrre rispettivamente banane a Palermo e avocado biologici a Giarre, ai piedi dell’Etna, da esportare poi in tutta Europa.
Mentre da una zona complessa come l’Aspromonte calabrese, nell’azienda di Pasqualina Tripodi è nata la prima linea di agrigioielli con noccioli d’oliva, pigne, cortecce, frutta, rami e foglie. Ma dalla terra nasce anche l’innovativa produzione di fiori commestibili di Tiziana De Febbo: dalla begonia alla borragine, dalla calendula al garofano, dal geranio alla lavanda e alla salvia dei prati, fino alla più nota rosa. I fiori da mangiare sono si possono usare non solo nelle insalate ma anche per insaporire piatti di pasta fredda o secondi a base di carne e essiccati per aromatizzare il sale.
Da uno sguardo ai consumi dei giovani nasce l’intuizione di Bernardino Nardelli che ha creato il primo ketchup contadino made in Puglia tutto naturale visto che per conservante ha l’aceto di vino e a colorare ci pensano i pomodori della sua terra, oltre a cipolla, sedano e capperi a km zero. Ma nel suo agri laboratorio Nardelli produce anche pasta di pomodoro e sughi pronti, sott’oli in extravergine d’oliva, paté, confetture e marmellate. E ancora c’è che riesce a trasformare uno scarto aziendale e una spesa per lo smaltimento in un business come Paola Tortorelli che, finiti gli studi, ha deciso di ritornare alla campagna e alle sue greggi e che con l’aiuto della sorella Rosa ha diversificato l’attività aziendale trasformando la lana delle sue pecore da rifiuto speciale a bambole e bomboniere contadine completamente realizzate a mano, ma anche sciarpe e cappelli, indumenti per bambini e oggetti vari colorati con i pigmenti estratti dalle piante del territorio.
Anche Nunzia Tinelli ha deciso di affiancare alla tradizionale spremitura del suo ottimo olio extravergine qualcosa di più e ha trovato una strada innovativa nella produzione di cosmetici naturali dalle olive, dalle saponette alle creme, dai balsami agli shampoo. Gabriele Mazzarella invece produce liquori da antiche ricette di famiglia, coniugando tradizione e innovazione utilizzando sia la pelatura delle scorze a mano lavorate in giornata sia il metodo “a caduta” che consiste nel posizionare in sospensione le scorze all’interno di un boiler sigillato contente alcool dando al prodotto finale un aroma unico. Ma c’è poi chi ha scelto di unire l’attività tradizionale a quella di agrichef mettendo alla prova una passione che va dalla terra alla tavola passando per una cucina che usa prodotti locali, ricette tradizionali e innovazione.