Le nomine Rai sono da sempre un banco di prova del sistema politico governativo italiano. Si parla tanto di debellare lo status della lottizzazione da parte delle forze politiche dell’azienda di Stato eppure, ogni volta, è sempre la stessa storia.
Non a caso, ad ogni cambio di governo, si finisce per tirare fuori il famoso e celebre, ormai, Manuale Cencelli ed in base a tutti quegli accorgimenti lì elencati e spiegati si mette mano alla spartizione di tutte le poltrone a disposizione cercando di non scontentare nessuno nel sempre difficile equilibrio in campo.
Storicamente, reti e telegiornali della Rai sono sempre assegnati, nelle loro direzioni e composizioni in maniera, per così dire solo “meritocratica” ma anche rispetto al “gradimento politico” dei professionisti nominati.
Le nomine RAI 2021 e i ‘maldipancia’ a cinque stelle
Questa volta, però, qualcosa deve essere andato storto più del solito perché nel Movimento 5 Stelle la burrasca non ha tardato a fare capolino dopo che le nomine sono diventate concrete e non solo più voci di corridoio. Conte contro Di Maio è la disputa data in pasto all’opinione pubblica rispetto alla nomina del nuovo direttore del TG1.
Giuseppe Conte non fa mistero che avrebbe preferito la conferma di Carboni mentre alla fine si è deciso per la nomina della Maggioni, che non dimentichiamo che non è certo l’ultima venuta vista la sua Presidenza dell’azienda di qualche anno fa. Le pretese sembrano, però, essere tutta cosa interna al M5S e non discendenti dalla destinazione delle poltrone.
La particolarità di questa tornata di nomine è che, a differenza di altre volte, nessuna delle stesse è avvenuta all’unanimità.
Vediamo un po’ gli avvicendamenti quali sono stati e come si configura ora l’organigramma aziendale dopo questa tornata.
Le nomine
Al TG1 va Monica Maggioni mentre al TG2 resta Gennaro Sangiuliano, al TG3 arriva Simona Sala. Al Giornale Radio si siede Andrea Vianello, Mario Orfeo va alla direzione di Genere Approfondimento. Altra conferma alla TGR dove rimane Alessandro Casarin mentre a Rai Sport si accomoda Alessandra De Stefano. Chiudono Antonio Preziosi a RAI Parlamento e Paolo Petrecca a Rai news 24.
Il tourbillon è servito, questa volta targato Carlo Fuortes ma in realtà nella scia precisa di tutti i suoi predecessori. Il metodo non cambia e ognuno dei nominati se non è espressione di una forza politica individuata è assolutamente gradito ad esse nel complesso. Possibile che nulla si riesca a cambiare?
Arrivano le donne
No, in realtà a ben guardare qualcosa di nuovo c’è: due dei grandi TG ed in più Rai Sport vengono affidati in mani femminili. Una notizia, invero, già molto sbandierata come trofeo di cui vantarsi quasi come fosse una medaglia da appuntarsi ma in realtà sembra una non notizia dal momento che la nomina dovrebbe guardare la bravura e non l’appartenenza di genere.
E chiaro che poi tutto si mischia ed il valore delle nomine stesse passa in second’ordine, e la cosa ci dispiace molto perché non rende merito agli esimi colleghi che si troveranno a giocare un ruolo importantissimo alla guida di centri di grande influenza nel panorama informativo di questo Paese.
Come dicevamo, donne o uomini non deve fare alcuna differenza. Magari sarebbe l’ora – e si spera che il carisma dei nuovi direttori lo faciliti – bisognerebbe riportare l’informazione RAI ad un ruolo di centralità nel panorama italiano diffondendo le notizie in maniera più in linea con i tempi, magari con meno spazio all’opinione e di più ai fatti.
La RAI è questo, inutile fare discorsi con la puzza sotto il naso. Finché non si metterà mano ad una riforma vera che la alieni dalle grinfie della politica, governativa o di opposizione che si voglia, non si potrà pretendere nulla più di quanto vediamo ripetersi ciclicamente ad ogni cambio di governo; ed è già tanto.