Le manifestazioni degli studenti pro Palestina sono una risposta vera alla situazione politica e umanitaria nella regione. Quanto sta accadendo in quella regione, nonostante un’informazione sempre più unilaterale, non può passare sotto silenzio. Le manifestazioni sono un grido che vuole far sentire forte l’attenzione su quanto succede quotidianamente li.
L’interesse dei giovani per le questioni globali è sempre stato ritenuto importante, poiché dimostra un impegno civico e sociale. Eppure, rispetto a queste tematiche sembra quasi che il rumore fatto dai ragazzi dia oltremodo fastidio ad una parte dell’opinione pubblica che chiede sempre di più repressione per le manifestazioni pro Palestina.
Non è razionalmente spiegabile il perché ci sia un rifiuto così netto ed avverso quelle manifestazioni per lo più pacifiche e con contorni non certo violenti nemmeno nei discorsi e nei dibattiti che si sono sviluppati. Il pretesto, invece, dell’interruzione delle lezioni è stato usato da quasi tutte le dirigenze delle Università per rivolgersi alle forze di pubblica sicurezza per “sgombrare”.
Gli arresti di massa negli Stati Uniti visti da fuori, potrebbero essere motivati da vari fattori. Tensioni sociali, problemi di giustizia e disuguaglianze strutturali ha detto qualcuno. Questi interventi molto energici della polizia, però, sollevano interrogativi proprio sul rispetto dei diritti umani e sulla giustizia sociale.
Siamo tutti abbastanza discrasici, questo dovremmo ammetterlo senza tema di smentita. Accusiamo i ragazzi di essere ‘mollaccioni’, troppo ‘nerd‘ attaccati ai divani di casa e poco inclini a conoscere e vivere i fatti sociali come si faceva in passato. Però, se scendono in piazza e cercano di far sentire la loro voce allora giù con le cariche della polizia e gli arresti di massa.
Questa società che abbiamo creato ha davvero tanti problemi ma i giovani dovrebbero sempre essere ritenuti una risorsa e non un fastidio di cui liberarsi.
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