Alla commissione scuola , prevista per lunedì 7 luglio, non sono state invitate le insegnanti precarie di sostegno delle scuole comunali dell’infanzia primaria.
Un accesso precluso dopo 4 anni di lavoro svolto alle dipendenze del Comune di Napoli, ormai impegnato in un processo di stabilizzazione delle maestre precarie molto discusso.
L’ origine del pasticcio risale al 2009 quando il Comune decise di assorbire le maestre con almeno tre anni di servizio presso l’ ente. Una manna dal cielo per chi esercitava un lavoro con un diploma di scuola primaria e un’ abilitazione conseguita tramite concorso indetto nei lontani anni ’90. Coloro che non riuscirono ad entrare, perché vantavano un lasso di tempo di servizio inferiore ai 3 anni, furono blindate nella prima fascia.
Poi il caos. Perché pochi mesi dopo, la giunta Iervolino pubblicò un bando, aperto a tutti, a cui parteciparono 40 maestre con titoli di laurea e corsi di specializzazione compreso quello relativo all insegnamento per i i bambini disabili. Furono tutte collocate nella seconda fascia perché non precarie dell’ente, anche se di fatto corrispondenti alla prima fascia delle graduatorie ad esaurimento dello Stato.
La prima convocazione, sempre nel 2010, riguardò soprattutto le “diplomate stabilizzate” e non “le laureate”. Un vero e proprio blitz che fu denunciato ai carabinieri e sanato nel giro di poche ore.
Il risultato è stato che delle 40 della “prima chiamata” ne sono rimaste solo 15 di cui, 6 impiegate attualmente nelle scuole statali e 9 negli istituti comunali.
Ma dal loro ingresso nel 2010 in Comune è comunque cambiato poco. Ancor oggi palazzo San Giacomo non chiarisce cosa vuole fare dei 60 “posti comuni” cioè dei ruoli di maestra base con 20 bambini e delle 80 “posizioni di sostegno”. Sinora chi è nella prima fascia ha svolto, per la carenza di personale, in modo indiscriminato i ruoli di educatrice, maestra e insegnamento disabili. Ma essendo la scuola comunale parificata a quella statale, come si potrà stabilizzare un’ educatrice nel ruolo di maestra non avendo i titoli accademici necessari per ricoprire il ruolo? E ancora: come si potrà sopperire alla mancanza di specializzazioni, per offrire sostegno ai bambini diversamente abili?
In termini di precariato ormai, chi è stato collocato in prima e seconda fascia tra il 2009 e il 2010, ha uno scarto di tre anni in termini di non stabilità lavorativa, con la differenza che chi ha coperto il ruolo di insegnante di sostegno ha sempre assolto solo ed unicamente quel ruolo ed è per di più abilitata, a ricoprire la posizione di “maestra di posto comune” a differenza delle educatrici della prima fascia.
In controtendenza con il decreto Franceschini che prevede l’ assunzione di 4447 insegnanti di sostegno a partire da settembre 2014, il Comune di Napoli si avvia a non riconoscere nessuna proroga di contratto anche dopo 3 anni di servizio. Chi ha pagato una formazione universitaria intorno ai 18 mila euro potrà sperare in un’ eventuale stabilizzazione solo attraverso concorso esterno. A differenza del formale concorso interno per le blindate della prima fascia in possesso di diploma. Parola di Cgil, Cisl e Uil.
Di seguito riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta di un gruppo di insegnanti di sostegno.
LA LETTERA DELLE INSEGNANTI DI SOSTEGNO
Siamo state informate dagli organi sindacali che il progetto di stabilizzazione delle maestre delle scuole dell’infanzia comunali si concretizzerà con n. 100 assunzioni da effettuarsi con convocazioni dalla graduatoria di prima fascia. Se così fosse noi insegnanti di sostegno precarie che da 4 anni scolastici ricopriamo posti di sostegno nelle scuole dell’infanzia comunali, e che per non si sa bene quale ragione siamo in II fascia delle graduatorie, resteremmo condannate ad altri anni di precariato visto che non sarebbero previste stabilizzazioni per gli occupanti della II fascia. Ci viene inoltre paventata la prossima indizione di un concorso per ricoprire i restanti posti che annualmente occorrono per il funzionamento delle scuole dell’infanzia, concorso al quale dovremmo partecipare da esterni e non da interni, quasi a cancellare ogni qualsivoglia diritto acquisito tramite la nostra quadriennale permanenza alle dipendenze di codesto Comune.
Non capiamo bene perché la professionalità spesa e l’entusiasmo investito in questi anni di insegnamento e sostegno rivolto non solo ai piccoli ma anche e sopratutto alle famiglie dei diversamente abili, non siano stati sufficienti a garantirci un prosieguo di professionalità scevro da precarietà, o quanto meno che ci venissero riconosciuti quei minimi diritti maturati con la nostra anzianità presso l’ente.
Con la presente Le chiediamo un incontro perché possa anche Lei palesarci le sue ragioni, e confortarci sul futuro.
Certe di un veloce riscontro, porgiamo cordiali saluti
Napoli,
Le insegnanti di sostegno
Prot.0493608 del 20 Giugno Maria Lucia Liberti
Masullo Fiorenza
Grassi Roberta
Filomena Giuliano
Tiziana Carnevalis
Stefano D’Angelo
Mazza Tania
Giuseppina Capasso