Quattordici gallerie specializzate in design moderno e contemporaneo in edizione limitata.
A cura di Domitilla Dardi, Curatrice per il Design, MAXXI Architettura – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Roma
Camp Design Gallery, Milano | Luciano Colantonio, Brescia | Luisa delle Piane, Milano | Dimore Studio, Milano | Erastudio Apartment-Gallery, Milano | Galleria Giustini Stagetti, Roma | Massimo Lunardon, San Giorgio di Perlena | Machado-Muñoz, Madrid | Nero, Arezzo | Nilufar, Milano | Secondome, Roma | Subalterno 1, Milano | The Gallery, Brussels | Antonella Villanova, Firenze
Qual è il rapporto tra arte e design oggi? Che significato ha una sezione di design all’interno di una grande fiera di arte moderna e contemporanea? Un pubblico internazionale che cosa si aspetta di trovare in una manifestazione di questo tipo, che si svolge nella capitale mondiale del design?
A queste e a molte altre domande ha cercato di rispondere Domitilla Dardi nel costruire il concept alla base della sezione Object, a lei affidata per miart 2016, e che dall’edizione 2013 presenta all’interno della fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano una selezione di gallerie internazionali attive nella promozione di oggetti di design contemporaneo concepiti in edizione limitata e fruiti come opere d’arte.
Per trovare le risposte a queste domande e costruire un’identità coerente e riconoscibile della sezione, Domitilla Dardi ha ripensato al ruolo significativo che l’arte ha svolto nell’educazione e nella formazione di grandi designer e a come i più importanti progettisti del passato, anche recente, abbiano mosso i loro primi passi nel campo dell’artigianato più che in quello della produzione industriale, consapevoli della necessaria distinzione tra un oggetto indifferente alla sua funzione e uno che, al contrario, trova nella funzione la propria ragion d’essere.
Partendo da questi presupposti Domitilla Dardi ha poi rivolto una semplice ma chiarissima domanda ai galleristi che quest’anno fanno parte della sezione Object: quali saranno i maestri di domani? Questo per non focalizzare l’attenzione della sezione soltanto sui talenti emergenti, perché i maestri del futuro non sono necessariamente i giovani di oggi, ma possono essere anche maestri del passato la cui importanza è riscoperta e riformulata a decenni di distanza, oppure figure chiave già consolidate in altri campi ma curiose e disponibili a confrontarsi con il design in modo innovativo.
Il progetto curatoriale della sezione Object è dunque focalizzato sulla presenza del design contemporaneo e di progetti dedicati a produzioni presenti che possano essere un ponte tra passato e futuro e si articola intorno alle risposte e alle proposte effettuate dai galleristi stessi, offrendo un’immagine sfaccettata del design di oggi, in cui emerge la diversità ma anche una generale coerenza per questo settore ancora in via di sviluppo.
Questo per le gallerie ha significato da un lato un investimento su progetti nuovi, moltissimi dei quali inediti e proposti in anteprima per miart, con il coinvolgimento sia di talenti emergenti che di autori già affermati in settori limitrofi (come l’interior design); dall’altro la riscoperta di autori del passato o di singoli pezzi che funzionano nella selezione del contemporaneo come attivatori di memorie, come punti di riferimento di un percorso che dallo storico arriva al presente e lo oltrepassa.
Degne di nota sono le conferme di designer di nuova generazione già abbondantemente accreditati da stampa e critica, che ora sono pronti all’ingresso sul mercato del collezionismo con una maturità consapevolmente raggiunta. Sempre in questa direzione sono presenti a miart 2016 i risultati del sapiente lavoro di scouting che contraddistingue gallerie di grande prestigio del settore, le quali da sempre affiancano alla ricerca del pezzo storico l’investimento sui talenti emergenti.
Ciò che traspare da questo “ritratto” è l’identità di quei galleristi, designer, editori che con passione stanno investendo le loro risorse intellettuali ed economiche per indagare su ciò che gli oggetti che ci circondano potrebbero svelare, contenuti e significati che sono capaci di trasmettere. Perché gli oggetti hanno il potere quasi magico di racchiudere storie che uniscono il destino di coloro che li amano, di quelli che li progettano, di chi li produce e, infine, di quanti godono della loro presenza nel proprio spazio di vita.