Quali sono le espressioni napoletane più belle? Impossibile fare una classifica e consegnare lo scettro a una singola frase. Ogni espressione ha una storia alle spalle, un contesto giusto in cui pronunciarla, un effetto desiderato da raggiungere. Oggi vogliamo proporvi tre espressioni che ci fanno sorridere particolarmente. Ci ricordano chi ce le ha insegnate e che oggi non c’è più, mantengono viva la tradizione e ci rallegrano al solo pronunciarle.
Espressioni napoletane più famose: “‘A capa è na sfoglia ‘è cipolla”
“‘A capa è na sfoglia ‘e cipolla” è una delle espressioni più care ai nostri anziani. Quante volte abbiamo raccontato ai nostri nonni del gesto inaspettato di un amico; abbiamo ascoltato alla tv di un atto di follia dalle tragiche conseguenze. La sentenza, la frase che dava al tutto un senso, che collocava tutto al suo posto, era appunto questa espressione. Cosa significa? La cipolla è un ortaggio molto usato in cucina che, oltre a far lacrimare gli occhi, ha una caratteristica peculiare: è costituita da tante sfoglie una sull’altra. Tolta una sfoglia se ne vede una nuova e così via. Allo stesso modo le persone possono mostrare un aspetto (una sfoglia appunto) all’apparenza nascondendone uno totalmente diverso. In questo modo tutto sembra avere un significato.
“Scarta frùscio e piglia primera”
L’espressione “Scarta frùscio e piglia primera” ha origini antiche. Risale al Seicento quando, nelle taverne di Napoli e provincia, era in voga un gioco d’azzardo, che si giocava con le carte napoletane, detto la Passatella. In questo gioco il punto più alto era la primiera che si otteneva con quattro carte dello stesso numero e di semi diversi. Il punto più basso, invece, era il frùscio che si otteneva con 4 carte dello stesso seme. Durante la partita, i giocatori avevano la possibilità di cambiare le loro carte effettuando lo scarto di una carta ritenuta inutile e poi il pescaggio di una nuova carta nella speranza che questa fosse più utile.
Per una pura questione di probabilità, il cambio raramente si dimostrava favorevole. Spesso capitava che la situazione peggiorasse addirittura. Ed ecco che il giocatore dice a se stesso: scarti frùscio e pigli primiera (in senso ironico ovviamente).
A questo punto il significato dell’espressione è facilmente intuibile: indica quelle situazioni in cui passiamo da una condizione sfavorevole a una addirittura peggiore.
“A quattro ‘e bastoni”
Alle carte napoletane si ispira anche l’ultima delle espressioni napoletane di questo articolo: “A quattro ‘e bastoni”. Com’è noto, i quattro semi delle carte da gioco napoletane sono oro, spade, bastoni e coppe. A differenza di quelle francesi, le carte napoletane non hanno il numero arabo sui quattro angoli ma il valore di ogni carta si può capire solo da quanti elementi di ciascun seme ci sono su ogni carta. Fanno eccezione gli 8 che son rappresentati da fanti, i 9 rappresentati da cavalieri e i 10 rappresentati da re.
La carta 4 di bastoni è raffigurata da quattro bastoni disposti in una sorta di X. A osservare bene, una sorta di X la creiamo anche noi essere umani quando ci stendiamo, supini o proni, con i quattro arti semiaperti. Assumiamo questa posizione quando siamo particolarmente stanchi o abbiamo bisogno di rilassarci.
Anche ora avrete capito che mettersi a quattro di bastoni significa assumere una posizione di relax. Se diciamo “devo mettermi a quattro ‘e bastoni” diciamo indirettamente che abbiamo tanto bisogno di dormire o rilassarci. Ogni luogo è adatto per mettersi a quattro di bastoni: non solo il letto ma anche una spiaggia o un prato.