Le città del futuro: sostenibili, digitalizzate e inclusive, con le persone al centro. Nuovi valori e comportamenti, ripensamento di luoghi e modalità di lavoro, recupero del senso di comunità: l’esperienza del lockdown e, più ampiamente, l’impatto del Covid-19 hanno modificato profondamente le priorità e le abitudini degli italiani, con impatti considerevoli sui lavoratori e, di conseguenza, sull’evoluzione delle città. È per questa ragione che la sesta edizione dello Smart City Index di EY diventa Human Smart City Index, integrando indicatori legati ai comportamenti ecologici, alle competenze digitali dei cittadini e all’inclusione sociale.
Andrea D’Acunto, People Advisory Services leader di EY in Italia.
«La domanda di città “a misura di persona” sta emergendo in maniera molto forte. La Human Smart City è la città che (ri)progetta infrastrutture e servizi coniugando centralità della persona, innovazione tecnologica e sostenibilità e rappresenta un’opportunità sia per le aziende sia per le amministrazioni locali di attrarre lavoratori e cittadini»
Ma qual è la situazione attuale in Italia? Incrociando i dati legati agli investimenti e alle iniziative delle città, che misurano quanto esse siano già pronte a ridisegnare spazi e tempi intorno alle esigenze delle persone (readiness) con i comportamenti dei cittadini (intesi nella più ampia accezione di lavoratori, consumatori, turisti, pendolari, studenti, imprenditori, etc.) sui tre assi strategici della transizione ecologica, della transizione digitale e dell’inclusione sociale, si delinea un vero e proprio ranking, che classifica le città italiane in base al loro processo di trasformazione in città “a misura di persona”. Ne viene fuori una fotografia dell’ecosistema urbano italiano non ancora maturo, ma in piena evoluzione e con ampi margini di miglioramento.
Milano, Bologna e Torino sul podio delle città a “misura di persona”
Si riducono le distanze tra città metropolitane e centri più piccoli, ma permane una forte differenza tra Nord e Sud
Rispetto alle due componenti dello Human Smart City Index, Milano si conferma la città in cima alla classifica sia per readiness (86,83 su una scala da 1 a 100) sia per comportamenti dei cittadini (83). Il punto di forza di Milano è legato perlopiù alla transizione digitale, sia per quanto attiene alle infrastrutture (ultra-broadband, 5G e IoT) sia per le competenze dei cittadini e l’utilizzo dei servizi online.
Segue Bologna, grazie al primato in termini di inclusione sociale (soprattutto per le spese sociali e per il coinvolgimento dei cittadini nella vita pubblica della città), con una readiness particolarmente elevata (86,70). Torino consolida la presenza sul podio – pur passando dal secondo posto del 2020 al terzo posto del 2022 – grazie alla componente legata ai comportamenti dei cittadini (82,32), soprattutto in termini di transazione ecologica.
Seguono cinque città medie: Trento, Parma, Bergamo, Padova e Brescia e chiudono la top ten Venezia e Firenze. Roma si posiziona al dodicesimo posto e cede cinque posizioni rispetto al ranking 2020. A penalizzare la capitale soprattutto un marcato ritardo nel processo di transizione ecologica.
Le città piccole
La prima città piccola (meno di 80 mila abitati) in classifica è Pordenone (21° posto), mentre le prime tre città del Sud sono Cagliari (19° posto), Napoli (34° posto) e Bari (36° posto). Enna, Barletta e Carbonia chiudono la classifica di questo rinnovato indice.
La distribuzione geografica delle città mostra un notevole “human smart divide” tra Nord e Sud. Infatti, la classifica regionale (basata sul valore medio dello Human Smart City Index tra i capoluoghi di provincia) mostra un netto predominio del Centro-Nord: il Trentino-Alto Adige, l’Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, la Lombardia. Le regioni del Sud si collocano in fondo alla classifica, in particolare con Molise, Puglia e Calabria agli ultimi tre posti.
La distribuzione geografica
Tra le 40 città del Sud solamente 3 città metropolitane sono nella prima fascia: Cagliari, Napoli e Bari. Viceversa, al Nord, delle 47 città, ben 29 sono nella prima fascia del ranking e solo 6 nella terza fascia. Nel Centro, invece, la situazione appare più equilibrata: 5 città sono in prima fascia, 12 in seconda e 5 in terza. La dimensione delle città è infatti sempre stata una variabile determinante nella realizzazione della smart city e anche quest’anno, le città metropolitane prevalgono sui centri medi e piccoli.
Le città con alto punteggio di readiness e basso punteggio di comportamenti investono e sviluppano iniziative. Fanno fatica a coinvolgere i cittadini e hanno ottenuto finora una risposta largamente inferiore agli sforzi profusi.
Leggendo i dati
Si tratta di metropoli del Sud che hanno molto investito grazie ai fondi strutturali (come Bari, Palermo, Catania). Ma che non hanno ancora prodotto risultati tangibili. Oppure di città medie del centro-nord che hanno molto investito in smart city negli ultimi anni (come Ravenna, La Spezia, Udine, Pisa, Siena). In modo ancora poco organico e senza ancora aver ottenuto significativi cambiamenti nei cittadini.
Viceversa, le città con alto punteggio di comportamenti e basso punteggio di readiness vedono i cittadini più avanti delle istituzioni stesse. Sono città medie e piccole che investono poco in innovazione (come Como, Lodi, Varese, Terni, Caserta, Avellino). I cui cittadini, però, grazie soprattutto alla dimensione contenuta, sviluppano comunque comportamenti virtuosi, come se anticipassero le iniziative del comune e degli altri stakeholder.
Il ruolo delle aziende nel rendere le città a misura di persona
Nell’attuale contesto, tra gli obiettivi di impatto sociale che le aziende si trovano a perseguire, il contributo alla sostenibilità dell’ambiente urbano in cui operano diviene fondamentale. Il vivere in una città più “a misura di persona” può rappresentare un fattore distintivo. Una parte importante della gestione del capitale umano. Le aziende possono giocare un ruolo determinante nel rendere le città in cui operano più a misura di persona. Dall’analisi emerge che le filiere quali Technology & Telco, Produzione Automotive, Dispositivi Medici, Farmaceutico, Media & Entertainment sono concentrate per lo più a Milano, Torino, Roma, Bologna e l’Emilia. Queste sono più attente agli aspetti “human” e offrono ai lavoratori contesti urbani e di vita più a misura di persona. Al contrario di filiere – quali l’Agrifood e il Retail Food – che scontano una certa concentrazione nelle zone più rurali del Paese.