Le allerte meteo che si susseguono, ormai, a ritmo sempre più incalzante settimana dopo settimana sul nostro Paese lasciano sempre più sconcertati sia per la frequenza che per la dislocazione sul territorio che vien investito da nord a sud senza soluzione di continuità
Che sia Varese o Catania non fa alcuna differenza: quando arriva l’ondata di maltempo la veemenza e la violenza con cui si abbatte sul territorio è terrificante e colpisce senza alcuna distinzione provocando, in pratica, lo stesso tenore di danni e devastazione da lasciare senza fiato.
In un’ora, spessissimo, casca al suolo la stessa quantità di acqua che dovrebbe venir giù in un mese e le conseguenze sono: frane, smottamenti, case travolte, letti di fiumi che esondano, colate di fango che travolgono paesi e città accomunando nella stessa sorte si i luoghi metropolitani che quelli di campagna.
Allerte meteo ed emergenza climatica mondiale
Le motivazioni relative agli scompensi climatici che sempre di più viviamo sono palesi, ma ancora c’è chi non ci crede come cittadino e governi che negano il nesso di causalità fra surriscaldamento terreste ed impazzimento climatico, venendo meno a tutti gli impegni che dovevano mantenere l’aumento delle temperature entro un grado e mezzo senza riuscirci.
La giovane svedese Greta che è andata in giro per il mondo a sensibilizzare su questi temi ancora oggi è soggetta al dileggio da parte dei soliti noti e, addirittura, tacciata di essere anche un po’ portatrice di neri presagi. Questa è la situazione culturale mentre affoghiamo nella pioggia alternata a siccità.
La situazione è davvero tragica e non ci si può più nascondere dietro al famoso dito: il mix fra le condizioni meteo estreme ed un territorio, quello italiano, completamente disfatto da decenni di cementificazione fino al midollo e disboscamento selvaggio oltre gli insulti provenienti da discariche di ogni cosa e completa incuria di fiumi, laghi, e scarichi ha già compiuto l’irreparabile.
Allerte meteo: che possiamo fare?
Oggi possiamo solo correre ai ripari per cercare di arginare gli effetti del nostro agire scellerato del passato remoto e più prossimo e bisogna anche farlo alla svelta prima che la situazione continui a peggiorare. Servono soldi e, soprattutto, volontà senza la quale qualsiasi stanziamento sarà assolutamente vano.
Serve progettualità e visione, capacità di ridisegnare il territorio con acume e competenza per far si che si possa intervenire in ordine di priorità laddove ce n’è più bisogno. E’ chiaro che Liguria e Sicilia sono ai primi posti nell’ideale lista che si andrebbe a compilare per le particolarità insite nella morfologia del territorio prima ancora che dell’azione umana.
Dal Piemonte alla Campania, da nord a sud, non dimenticando isole maggiori e minori ci sono territori innanzitutto da monitorare costantemente e sui quali intervenire in profondità. I soldi del PNRR possono e debbono essere utilizzati anche per queste finalità e non solo per una spuria e generica transizione ecologica di cui difficilmente si riesce a delineare perimetro e contenuti.
Allerte meteo: fermare l’antropizzazione
Intervenire subito con azioni concrete sul territorio che facciano seguito a progettualità tecniche competenti e che non guardino solo alle condizioni emergenziali ma anche e soprattutto al medio e lungo periodo.
Interventi per cercare di mettere in azione e riattivare i meccanismi naturali che abbiamo scientemente distrutto andando a costruire sui greti dei torrenti, prosciugando fiumi ed interrandoli, intasando tutti i canali di scolo delle acque, disboscando anche ad alta quota per fare spazio ad insediamenti assurdi.
Fermare l’antropizzazione selvaggia dell’impossibile che stiamo vivendo questa è l’unica idea sensata che possiamo rendere realtà, per il bene di tutti.