Dallo scorso 1 Maggio l’Italia non è più in stato di emergenza causa pandemia da Covid 19. Tante sono le cose cambiate in occasione di questa data forse “storica” dopo due anni di restrizioni e lockdown. Un “elemento”, però, non sarà più lo stesso: il lavoro ibrido ed il suo significato.
Lavoro ibrido, qual è il suo significato?
Possiamo definire il lavoro ibrido (meglio conosciuto a livello internazionale col nome di hybrid working) come una modalità di lavoro molto flessibile in cui un lavoratore agisce sia in parte da remoto (da casa o da un altro luogo) che in parte presso la sede aziendale.
Il lavoro ibrido ha come obiettivo quello di unire coniugare i vantaggi del lavoro da remoto con quelli in ufficio, per rispondere sia alle esigenze dei lavoratori (che sono cambiate soprattutto durante il lockdown e non solo) sia le necessità delle aziende che in questo mercato di ripartenza sono chiamate ad essere sempre più competitive.
Nello specifico però, il lavoro ibrido può essere categorizzato in:
- “remote-first”: il lavoro da remoto è predominante e la presenza in azienda occasionale,
- “office-first”: l’ufficio è il luogo principale dove svolgere le attività e il lavoro da remoto è secondario.
Perché il lavoro ibrido sta avendo successo?
La risposta ha una sola parola: pandemia. Esatto, il Covid 19 e la sua pandemia hanno “obbligato” molte aziende italiane a reiventarsi sul piano dell’organizzazione lavorativa. Nuovi orari di lavoro, spazi da riorganizzare, personale da far lavorare a casa oppure in ufficio.
Una situazione nuova per la maggior parte delle aziende italiane ma che ha portato non pochi benefici. Un successo così grande che ha portato le stesse aziende a non lasciare lo smart working ed a trasformarlo nel lavoro ibrido che tutti conosciamo.
Quali sono i vantaggi?
Insomma, il lavoro ibrido è molto richiesto ma è bene capire quali possono essere i vantaggi. Prendiamo in considerazione l’indagine effettuata da Cisl-Adapt (condotta su più di 4000 lavoratori del settore metalmeccanico):
- Unire i vantaggi del lavoro da ufficio e da remoto: miglior produttività, migliore gestione dei tempi lavorativi… Una unione da non sottovalutare.
- Il desiderio dei lavoratori: secondo l’indagine di Fim Cisl-Adapt (condotta su più di 4000 lavoratori del settore metalmeccanico), il 58% degli intervistati vorrebbe mantenere il lavoro da remoto per 2/3 giorni alla settimana, alternandolo alla presenza in ufficio.
- Possibilità per i lavoratori “distanti”: anche per tutti quei “talenti” che vivono molto lontani dal luogo di lavoro, il “remoto” potrebbe essere una carta fondamentale e molto comoda da usare.