Complici della consuetudine del lavorare nelle ore successive ai propri turni di lavoro o, la sera dopo aver messo a letto i bambini, sono sicuramente le nuove e crescenti policy aziendali che consentono maggiore flessibilità ai lavoratori. A queste vanno aggiunti smartphone, tablet e pc portatili che rendono il compito estremamente facile. La tecnologia è parte integrante e fondamentale del processo, se ci pensiamo, staccare dal lavoro prima, essere sempre reperibile e lavorare comodamente da casa propria, sicuramente, “semplifica” la vita lavorativa. Lavorare in totale tranquillità, specialmente nelle silenzio delle ore notturne rende più comodo il tutto. Ma a che prezzo?
Come per ogni medaglia che si rispetti, anche questa consuetudine ha due facce, come dimostra uno studio condotto in America dalla Purse University. La ricerca, ha individuato due profili di lavoratori, gli integrator e i separator. Gli integrator sono quelli che vivono il poter lavorare da casa come un’ opportunità per semplificarsi l’esistenza, interpretano la cosa come un vero e proprio senso di libertà nella gestione del proprio tempo. I separator, invece, non gradiscono portarsi il lavoro a casa, anzi, lo vivono come un’ invasione dei propri spazi sacri come quelli domestici.
Due facce apparentemente della stessa medaglia che rappresentano una manna dal cielo per taluni, mentre per gli altri, una vera e propria seccatura. Per chi non vede di buon occhio la possibilità di lavorare da casa questa diventa una vera e propria fonte di stress e di stanchezza. Sono le donne a risentirne di più, forse perché più impegnate nei lavori domestici. Nelle case in cui c’è poca collaborazione fra marito e moglie o nelle case di mamme single, diventa difficile, dopo una giornata di lavoro, impegnarsi nelle faccende domestiche, mettere a letto i bambini e poi concentrarsi nuovamente sul lavoro. Dopo tanto impegno quotidiano queste vorrebbero soltanto godersi del meritato relax preferendo di gran lunga tornare a casa dopo aver completato tutte le attività lavorative. Molte di queste donne, infatti, si dedicano al lavoro durante le ore previste e, una volta a casa, tendono a spegnere il palmare per dedicarsi alle relazioni familiari, anche perché molti dei separator non riescono a concepire la propria casa e il proprio ambiente familiare come adatto alla concentrazione di cui necessita il lavoro. I separator tendono a distrarsi e a non impegnare la giusta energia in luoghi diversi da quello lavorativo. In più, non riescono a godere a pieno “dell’intervallo” familiare che c’è fra la fine del turno e l’inizio del lavoro a casa, scadenza, che diventa fonte di ansia e spinge a sbrigare in maniera frettolosa e concitata le cose di casa per porsi di nuovo alla scrivania.
In realtà anche gli esperti dicono no. Per il proprio benessere psicofisico è importante avere delle giornate ben organizzate in step precisi e ordinati della serie “ogni cosa ha un suo tempo”. Il rischio, altrimenti, è quello di confondersi in giornate interminabili fonte di stress cronico. A rischiare di più sono due categorie di soggetti, i liberi professionisti e chi non riesce proprio a mettere in stand by il proprio smarpthone da lavoro. Queste persone non riescono a non cedere alla tentazione di rispondere a una mail o a una telefonata del proprio capo, i professionisti, inoltre, sono sempre costantemente a lavoro, un po’ per le notevoli responsabilità di cui si devono far carico e un po’ per deformazione professionale. Il problema, però, è che non permettono alla propria mente di rilassarsi e di concentrarsi su altro.
Le conseguenze di atteggiamenti del genere protratti nel tempo possono essere davvero poco divertenti. Queste persone a lungo andare possono andare incontro dal punto di vista psicologico ad ansia, irritabilità, depressione e non solo. Le conseguenze fisiche non sono da meno, mal di schiena, mal di testa e, in alcuni casi, addirittura malattie cardiovascolari. Non sono solo i soggetti attivi di queste condotte a risentirne, talvolta, a causa della chiusura di questi, sono anche mogli e figli e diventarne schiavi. Spesso i soggetti in questione si dedicano sempre meno alle attività ricreative e alla propria sfera relazionale familiare e sociale, questo, implica nell’altro una sensazione di trascuratezza, un sentirsi ignorato che col tempo logora le relazioni.
E’ giusto, dunque, saper bilanciare bene il proprio tempo e a questo proposito diamo qualche piccolo accorgimento per evitare di farsi sopraffare dal lavoro.
1- Diventare consapevoli delle proprie priorità di vita e regolarsi secondo buon senso.
2- Considerare il lavoro a casa un impegno altrettanto valido.
3- Salvaguardare i propri spazi personali.
4-Imparare a dire qualche no dando valore al proprio benessere e accettare il lavoro extra solo quando veramente è necessario.
5- Non rispondere a telefonate di colleghi, clienti, capi anche in serata.
6- Resistere alla tentazione di controllare email e file di lavoro.
7- Anche nei momenti di maggior impegno lavorativo trovare il modo di dedicarsi ad attività che rilassanti come lo sport, leggere, cucinare, aiutare i bambini a fare i compiti, concedersi una doccia rilassante o un bagno caldo.
8- Immaginare di lasciare tutte le preoccupazioni e le tensioni lavorative dentro l’ufficio, come se fosse una scatola, che chiudiamo appena arriviamo a casa.
9- Rallentare le proprie attività durante la serata per prepararsi al sonno in modo che sia rilassante e rigenerante.