È proprio un autunno caldo quello che sta scuotendo le terre irlandesi «ne abbiamo abbastanza» ripetono i cittadini fino allo sfinimento «abbastanza dei soprusi del governo». Nella Tigre Celtica si protesta contro le tariffe introdotte dal governo sul consumo idrico. Sono in tanti a manifestare nelle piazze delle piccole e grandi città, finanche nei luoghi più remoti gli irlandesi scendono armati solo di rabbia e sfiducia.
Il primo novembre a Dublino erano in 120 mila a sfilare, secondo quando riportato dalla rete nazionale RTÉ One, e nello stesso giorno almeno un centinaio di manifestazioni avvenivano in tutto il paese. L’immancabile pioggia non li ha certo dissuasi, e persino a Youghal, cittadina della costa est che conta 6mila abitanti, erano in centinaia sulla Main Street.
La proposta del governo di introdurre un’imposta sul consumo idrico si paventava da mesi, ma quando i cittadini si sono visti arrivare nelle abitazioni le fatture dell’acqua è esploso il malcontento: bollette stracciate, bruciate, il monito è di non pagare per l’inefficienza del governo. Quello che infatti viene ripetuto a più voci durante i cortei è che i cittadini già pagano per la fruizione del servizio idrico attraverso la tassazione generale.
Gli anni dell’austerity. I cittadini sono reduci da anni di austerità in nome della crescita, dal 2008 hanno subito tagli alla spesa pubblica, la caduta dei salari fino al 13%, un aumento della disoccupazione con un picco del 15% nel 2012 e l’introduzione di nuove imposte sul reddito, tassa sulla proprietà e per concludere ora quella sull’acqua la quale prevede che le persone che vivono da sole pagheranno 160 euro all’anno, mentre per chi vive con altri inquilini o in famiglia la bolletta sarà di 260 euro, prezzi fissi fino al 2018.
L’Irlanda, unico paese europeo a mantenere il consumo di acqua gratuito ora sembra dunque voltare pagina affidando all’Irish Water, nuova società dei servizi idrici nazionali, la gestione delle infrastrutture idriche. Ma il primo ministro Kenny rassicura all’Independent « Irish Water non sarà mai una compagnia privata, c’è stata molta disinformazione sul tema».
La recente (s)vendita. Una preoccupazione che del resto hanno in molti, dal momento che solo recentemente la compagnia elettrica di bandiera Bord Gáis Éireann, ha venduto la sussidiaria Bord Gáis Energy a Centrica, il consorzio anglosassone che gestisce il gas britannico, per 1.12 miliardi. Una cifra troppo bassa secondo molti, come ha tenuto a ricordare la senatrice indipendente Marie- Loiuse O’Donnell durante il discorso al Senato, durante il quale ha calcato la necessità di garantire in Costituzione la perpetua appartenenza dell’acqua ai cittadini.
L’esenzione irlandese nella direttiva europea. Se da un lato il governo Kenny ha cercato manforte nell’austerità europea, dall’altro si è scontrato proprio con la Direttive Europea, la EU Water Framework Directive adottata nel 2000, che contempla l’esenzione irlandese: l’art 9.4 infatti assolve l’Irlanda formalmente e legalmente dall’obbligo di pagare l’acqua per uso domestico. Unico caso in Europa, cancellabile solo dallo stesso governo.
L’autunno caldo irlandese non dà segni di cedimento, anzi già si prevedono meeting e manifestazioni per il mese di dicembre. Non si protesta solo per l’acqua, ma bensì contro l’austerity. Come ha sottolineato Brendan Ogle al Financial Times, funzionario del sindacato irlandese che ha istituito la campagna “Right2Water”«Le proteste sono la prova del fatto che la gente si è stancata dell’austerità, e la stanchezza si è finalmente trasformata in ostilità.»