Una profonda riflessione sui cambiamenti che stiamo vivendo, incentrata sulla maggiore conoscenza di se stessi portata da queste nuove esperienze, è il tema cardine della mostra “Laura Zeni. Sguardi celati” a cura di Serena Mormino. La prima esposizione virtuale dell’artista raccoglie opere inedite, collages su tela, ed è visitabile online sulla piattaforma kunstmatrix.com dal 23 marzo al 31 maggio 2021.
I lavori presentati mostrano ritratti di uomini e donne, i cui volti sono accomunati dalla presenza di elementi che nascondono i tratti del viso e, come recita il titolo, celano gli sguardi. Che si tratti di nuvole, di finestre, di sbarre, di mattoni, di griglie o di pagine di giornale strappate, gli oggetti che si frappongono fra gli individui e la realtà circostante causano una visione non più nitida della stessa e talvolta ne oscurano completamente la vista. Proprio in questo frangente, secondo l’artista, è il momento di invertire la rotta e di intraprendere un viaggio introspettivo con la mente e il cuore, alla ricerca di nuova linfa vitale e di nuove energie.
Il messaggio di Laura Zeni “Io sono nonostante tutto, io continuo ad essere anche se in altro modo” vuole esortare a ritrovare se stessi nonostante i cambiamenti e le dure prove cui si è sottoposti. Momenti difficili e disorientanti che suggerisce di vivere come un’opportunità, una possibilità di confronto interiore volta a riscoprire i propri valori e a proseguire in un nuovo cammino.
Afferma a questo proposito la curatrice Serena Mormino: “Zeni con le sue opere sembra urlarci la chiave di volta per reagire, riprendendo contatto con noi stessi e trovando in noi tutto ciò che abbiamo dimenticato, o mai conosciuto, e dando finalmente spazio vitale a nuove esperienze interiori e nuove emozioni”.
Laura Zeni riconosce nell’azione dello strappo delle riviste un gesto liberatorio, impetuoso, che raggiunge un equilibrio solo nel momento in cui i frammenti di pagina si combinano all’interno della tela; una tecnica, il collage, già ampiamente consolidata nel suo percorso artistico.
Seppure differenti fra loro, emerge dalle opere esposte l’immagine della maschera che, simbolicamente indossata per mostrare una diversa personalità, diventa oggi un accessorio tangibile e quotidiano, che rende tutti uguali e anonimi. Proprio questa limitazione deve costituire lo sprone per rivelarsi senza maschera interiore e raggiungere un maggior grado di consapevolezza.
Cenni biografici. Laura Zeni, artista milanese formatasi all’Accademia di Brera, dagli anni ’80 espone in diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Si ricordano numerose partecipazioni al Fuori Salone del Mobile fra cui quelle con Jannelli & Volpi e WallPepper, la personale a Superstudio Più a cura di Fortunato D’Amico con catalogo Skira, la collettiva alla Fortezza del Priamàr di Savona, la personale alla Triennale di Milano curata da Fortunato D’Amico, la partecipazione alla Biennale Italia-Cina al Mastio della Cittadella di Torino e alla collettiva presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma. Di rilevante importanza sono anche la mostra alla Fabbrica del Vapore di Milano, all’ex Oratorio della Passione della Basilica di Sant’Ambrogio, alla Galleria d’Arte Moderna di Genova Nervi curata da Fortunato D’Amico e Francesca Giubilei, la partecipazione ad un evento collaterale curato da Serena Mormino nell’ambito del “Festival del Cinema – La Biennale di Venezia” e ad un progetto in occasione di Matera Capitale della Cultura 2019. Una sua opera entra inoltre a far parte della collezione permanente del Museo del Parco Internazionale di Scultura di Portofino.
All’estero è presente in mostre personali e collettive a Londra in diverse gallerie, al Fiat Chysler Motor Village UK, a Malmö e a Berlino; partecipa alla Miami Art Week al Red Dot Miami con Le Dame Art Gallery di Londra ed espone in una collettiva presso Onishi Project a New York.
Hanno scritto di lei tra gli altri: Fortunato D’Amico, Serena Mormino, Ivan Quaroni, Raffaella Resch, Stefania Carrozzini, Stefano Soddu, Sveva Manfredi Zavaglia e Giorgio Bagnobianchi.