Nasce da sedici piccoli allevatori riunitisi nell’omonima associazione.
Esclusi alimenti non locali, insilati e Ogm
Il Latte Nobile dell’Appennino Campano è un latte alimentare di qualità superiore prodotto da mucche allevate nel territorio appenninico delle province di Avellino e Benevento. Le bovine sono alimentate prevalentemente con foraggi secchi di prati mono e polifiti, che assicurano al prodotto un naturale contenuto di Omega-3 e di Cla (acido linoleico coniugato) pari a 100 mg per 100 ml ciascuno, ed un rapporto Omega-6/Omega-3 inferiore a 6, con una quantità di molecole funzionali più che doppia rispetto a un latte comune.
Le caratteristiche geo-climatiche del territorio in cui viene prodotto sono molto favorevoli alla coltivazione di foraggi di qualità e dunque all’allevamento animale in genere, e bovino in particolare.
Esse permettono lo sviluppo di prati naturali di grande ricchezza floristica, sopratutto dicotiledoni, molto favorevoli allo sviluppo nel latte di microelementi utili alla salute umana.
In questo ambiente, in cui per la propria conformazione sono pressoché impossibili altre attività agricole, il Latte Nobile dell’Appennino Campano s’impone come fattore trainante per una nuova economia agricola tradizionale, contribuendo largamente a un riequilibrio dell’economia locale.
Una zootecnia senza forzature – La ricerca scientifica ha dimostrato che la vera qualità del latte dipende da ciò che l’animale mangia e da quanto esso produce.
Se la mucca viene nutrita con mangimi, contenenti materia prima da agricoltura intensiva, a cui sono di norma aggiunti scarti dell’industria alimentare, e se la sua genetica e la sua alimentazione sono impostate alla produttività , il latte che ne deriverà non potrà avere caratteristiche d’eccellenza.
Se altrimenti l’animale avrà la sua razione composta da un 70% di erbe di specie diverse e non le verrà “chiesto” di produrre moltissimo, allora il latte sarà aromatico e più nutriente del comune.
Valori nutrizionali “nobili” – Le analisi di laboratorio confermano che il latte di animali nutriti con foraggi locali e pascolo ha contenuti d’eccellenza non riscontrabili nel latte di animali allevati altrimenti. In esso si riscontrano componenti e nutrienti essenziali – quali gli Omega-3, il Cla (acido linoleico coniugato), il beta-carotene, la vitamina E, il selenio e lo zinco – in quantità di gran lunga superiori a quelle presenti in un latte comune, e un rapporto Omega-6/Omega-3 ideale, inferiore a 6.
A chi li introduca regolarmente nella propria dieta alimentare, essi offrono benefìci non trascurabili, tra cui un miglior bilanciamento tra colesterolo “cattivo” (Ldl) e colesterolo “buono” (Hdl), il contrasto dei fenomeni ossidativi connessi con patologie degenerative (aterosclerosi, tumori, malattie neuro-degenerative), un’azione anticancerogena e antinfiammatoria.
Chi lo produce – Un’azienda agricola che voglia produrre il Latte Nobile dell’Appennino Campano dovrà rispondere a rigorosi requisiti e rispettare metodi operativi assai restrittivi, tra cui:
– il divieto di utilizzare insilati
– l’obbligo di produrre in azienda foraggio da prati mono-polifiti pari ad almeno il 70% della razione secca (di cui il 50% da prati polifiti costituiti da almeno quattro essenze)
– un limite massimo di mangimi prodotti in azienda (a base di mais, orzo, veccia, cruscami, etc.) pari al 30% dell’alimentazione totale
– il divieto di superare l’impiego in campo di 50 unità di fertilizzanti a base azotata per ettaro
Tra le altre limitazioni, il disciplinare prevede il divieto assoluto di Ogm e un limite massimo di produzione per capo pari a 5.000 litri di latte per lattazione (per farsi un’idea le bovine “spinte” della zootecnia intensiva sono portate a produrre 8.000 e più litri per lattazione), etc.
Ad essere state ammesse nel novero dell’Associazione “Latte Nobile dell’Appennino Campano” sono state per ora sedici aziende con un numero ridotto di capi in lattazione (in media quindici per azienda) e con superfici agricole destinate alla produzione di erba e di fieno pari ad un ettaro di media per capo.
Gli “attori” del progetto
L’Assessorato all’Agricoltura delle Regione Campania, il cui assessore Gianfranco Nappi, assieme allo staff tecnico di Stapa (Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Agricoltura) e Cepica (Centri Provinciali di Informazione e Consulenza in Agricoltura) ha ben recepito e prontamente attuato la proposta dell’Anfosc di produrre un latte di qualità superiore a quelli comunemente in commercio
L’Anfosc (Associazione Nazionale Formaggi Sotto il Cielo), che una volta scoperto le potenzialità del latte prodotto dai piccoli allevatori dell’Appennino Campano, ha offerto all’Assessorato regionale all’Agricoltura argomenti e stimoli per far decollare il progetto, e il necessario supporto tecnico per realizzarlo
I Produttori, riuniti nell’Associazione Produttori del “Latte Nobile dell’Appennino Campano”, che hanno saputo cogliere con convinzione l’opportunità di valorizzare il proprio esclusivo prodotto.