Qual è l’aspettativa di vita in Italia e nel mondo dopo il Covid? La risposta è in una nuova ricerca che ha definito la pandemia l’evento più grave degli ultimi cinquant’anni, guerre e disastri naturali compresi. Il risultato dello studio è stato una brusca inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni.
Pandemia da Covid: un vero e proprio tsunami
Lo studio pubblicato su The Lancet, appartenente al programma di ricerca Global Burden of Disease Study, è considerato il bilancio più completo dell’impatto che la pandemia da Covid, vero e proprio tsunami, ha avuto finora sulla salute umana. I suoi dati sono aggiornati al 2021 e comprendono, per quanto riguarda le morti in eccesso causate dalla pandemia, non solo i decessi provocati direttamente dal Covid 19 ma anche quelli provocati indirettamente dal virus a causa di cure mancate per la paralisi dei servizi sanitari. La ricerca mette in relazione l’impatto avuto dal Covid con l’aspettativa di vita negli ultimi 70 anni.
La pandemia da Covid 19 ha causato, tra il 2020 e il 2021, la morte di 16 milioni di persone in tutto il mondo. Un evento devastante che però non ha cancellato i progressi fatti, per quanto riguarda l’aspettativa di vita, a partire dal 1950. In questo lasso di tempo, infatti, l’aspettativa di vita è aumentata di quasi 23 anni.
L’aspettativa di vita in Italia e nel mondo dopo il Covid
Di contro, dal 2019 al 2021, il Covid ha ridotto di 1,6 anni l’aspettativa di vita globale. Secondo il co-primo autore del lavoro Austin E. Schumacher, dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme) dell’università di Washington negli Usa “Durante la pandemia l’aspettativa di vita è diminuita nell’84% dei Paesi e territori, dimostrando il potenziale effetto devastante dei nuovi agenti patogeni“.
Mentre “tra i bambini minori di 5 anni i tassi di mortalità sono scesi del 7% dal 2019 al 2021, con mezzo milione di decessi in meno” nel periodo considerato, “nelle fasce d’età sopra i 15 anni – continua Schumacher – la mortalità è aumentata del 22% per i maschi e del 17% fra le donne“, calcolano i ricercatori dell’Ihme. In particolare, “tra gli anziani la mortalità è cresciuta in un modo mai visto negli ultimi 70 anni“.
Secondo i ricercatori dell’Hime, Città del Messico, Perù e Bolivia sono alcune delle aree del pianeta in cui si è registrato un maggior calo dell’aspettativa di vita dal 2019 al 2021. La Giordania e il Nicaragua, invece, hanno riportato un elevato eccesso di mortalità in tutte le fasce d’età, causato dalla pandemia, che nelle analisi precedenti non era stato evidenziato. In Sudafrica, le province di KwaZulu-Natal e Limpopo hanno avuto tassi di mortalità in eccesso adeguati all’età tra i più alti e il maggior calo dell’aspettativa di vita in pandemia. Barbados, Nuova Zelanda e Antigua e Barbuda sono indicate, invece, come alcune delle zone con eccessi di mortalità più bassi.
Prepararsi alla prossima pandemia
Nonostante il pesante tributo in termini di vite umane pagato con la pandemia, i progressi fatti in 72 anni sono stati incredibili. La mortalità infantile, soprattutto, continua a calare a livello globale. Ci sono zone del mondo, come l’Asia meridionale o l’Africa sub-sahariana, in cui persiste ancora.
Su quali debbano essere le priorità del prossimo futuro Hmwe Hmwe Kyu dell’Ihme, co-primo autore dell’articolo, ha le idee chiare: consolidare i successi raggiunti, prepararci alla prossima pandemia e affrontare le grandi disparità sanitarie tra i Paesi.
In copertina foto di Luisella Planeta LOVE PEACE 💛💙 da Pixabay