L’arte politically correct è possibile o è un’altra nostra invenzione? Ce lo siamo chiesti spesso. È di pochi giorni fa la notizia che Hope Carrasquilla, dirigente scolastica della Tallahassee Classical School, in Florida è stata costretta alle dimissioni. Tutto per aver permesso una lezione di storia dell’arte in cui si mostravano foto del David.
La storia dell’arte è stata scambiata per pornografia da una moltitudine di solerti, a quanto pare anche molto acculturati, genitori made in U.S.A. «Non è pensabile, né commentabile una notizia del genere» ha detto Antonio Natali già direttore degli Uffizi in una sua intervista nelle ore subito dopo la divulgazione della news.
Questa lezioncina sui principi dell’educazione ci viene da chi? Da quello stesso consesso sociale che conta stragi nelle scuole di ogni ordine e grado fatte da adolescenti come alla storica Columbine o recentemente a Nashville. Lo stesso glorioso Paese dove si può comprare un’arma al supermercato.
L’arte politically correct. La stupidaggine del politically correct
« La corazzata Kotiomkin… è una cagata pazzesca! » (Seguirono 92 minuti di applausi!). Così recitava Paolo Villaggio nelle vesti di Ugo Fantozzi e parafrasandolo noi diremo: « L‘arte politically correct… è una cagata pazzesca! » ( non bramiamo i 92 minuti di applausi! )
Il politically correct applicato ad ogni cosa è quanto di più nauseante si possa mai aver pensato. L’appiattimento del pensiero plurale che tende le braccia e strizza l’occhio all’omologazione del pensiero unico fa davvero solo vomitare. Lasciateci esprimere un “giudizio” tranchant una volta tanto con buona pace dell’equilibrismo dialettico.
Quest’ondata che vuole revisionare libri, film, serie tv, cartoni animati e fumetti in omaggio alla pretesa maggior sensibilità odierna ai temi della diversità è quanto di più disgustoso si sia mai potuto concepire, quasi allo stesso livello del Bücherverbrennungen del 1933 a Berlino.
Bisognerebbe ricordare invece che :
Le opere d’arte di tutti i tempi, che siano esse figurative, filmiche o letterarie non vanno nemmeno sfiorate. È una barbarie solo pensare di farlo. Noi oggi, i nostri figli domani, i nostri nipoti dopodomani devono poter avere per loro il David e la Gioconda. La Divina Commedia come Agatha Christie e Ian Flemming. Non di meno Dostoevskij come Marx o Evola. Guerre Stellari e 007, Ben Hur e Ricomincio da Tre. Giù le mani!
Intervista a cura di Serena Bonvisio