A Napoli, già da qualche anno, c’è una nuova ed affascinante moda: l’aperilingua. Superato ormai il semplice aperitivo, è stato ideato qualcosa di diverso dal solito che unisce cocktail e salatini alla conoscenza di nuove lingue. L’evento è stato sponsorizzato e organizzato dall’associazione culturale Tecla che mette a disposizione circa tredici o quindici madrelingua che, in poco tempo, riescono ad insegnare ai ragazzi parole e talvolta frasi in lingue differenti. La location è lo Slash, in via bellini, che è in perfetto stile americano con luci colorate e buona musica. Per partecipare si paga unicamente la consumazione che consiste nella modica cifra di sette euro.
Vengono disposti, all’interno del locale, vari tavoli che sono identificati con specifiche targhette, le quali rappresentano le innumerevoli lingue. In particolare queste sono: l’inglese, il francese, lo spagnolo, l’arabo, il giapponese, il tedesco, il russo, l’olandese e l’italiano per gli stranieri. Una volta entrati quindi si può liberamente parlare e socializzare con persone provenienti da altri paesi, ma al tempo stesso essere insegnanti e cercare di impartire nozioni base della propria lingua. La tecnica utilizzata è il “tandem” che è una forma di apprendimento autogestito tra parlanti nativi di zone diverse e che permette di conoscere una lingua direttamente da un madrelingua o da uno studente che a sua volta cerca di imparare l’italiano.
L’aperilingua inoltre non è solo un’esperienza culturale ma anche culinaria. Infatti a seconda del tema scelto per la serata, che corrisponde ad una particolare area del mondo, si potranno assaggiare piatti sconosciuti e sorprendenti che permetteranno una conoscenza a tutto tondo. Ad esempio per l’appuntamento del 16 Febbraio, ci saranno tipici piatti thailandesi, invece il 23 Febbraio ci sarà la cucina tradizionale della Polonia.
Questo particolare appuntamento era già stato ideato nel 2015, però da poco è diventato davvero gettonato, anche perché non vi partecipano unicamente i madrelingua ma anche i ragazzi che sono andati in Erasmus. Loro infatti possono raccontare ciò che hanno vissuto e come si sono trovati, incitando così i coetanei a viaggiare e a compiere un’esperienza analoga.