Ore 10,25 del 2 Agosto 1980. La stazione centrale di Bologna viene dilaniata dall’esplosione di una bomba. L’anniversario della Strage di Bologna arriva all’anno numero 40 e mentre vengono ricordate (anno dopo anno) le 85 vittime di quella strage, troppi misteri sono ancora oggi irrisolti.
Anni in cui si sono succedute omissioni, depistaggi, ma anche aperture poi rivelatesi solo di facciata come ha ricordato il presidente dell’Associazione vittime della strage di Bologna Paolo Bolognesi che ha dato il via alla commerazione alla presenza del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, del ministro di Grazia e Giustizia Alfonso Bonafede, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il sidaco di Bologna Valerio Merola.
Lo scenario in cui avvenne la strage è molto chiaro ormai, tutta la stagione della “Strategia della Tensione” messa in atto sulle basi ideologiche espresse dagli ambienti della Massoneria deviata della P2 coadiuvata da interi settori dello Stato e dell’intelligence italiana che si era snodata trasversalmente da Piazza Fontana a Piazza della Loggia, Dall’Italicus a Bologna appunto era giunta ad un punto focale.
Gli esecutori materiali, individuati negli eversori neri dei NAR, sono stati tutti più o meno alla sbarra prima ed all’ergastolo poi ma il livello superiore quello dei mandanti solo da pochissimo è stato reso cosa certa e certificata da tutte quelle carte che lo Stato ha ritenuto opportuno per anni ed anni di bollare con la dicitura riservato e secretetato in nome della preservazione delle istituzioni.
Acclarato mandanti ed esecutori si potrebbe pensare che giustizia sia stata fatta ma non è così. Buona parte dei madanti individuati sono morti di morte naturale e gli esecutori materiali si sono sempre ben guardati dal fare i nomi dei livelli superiori perpetrando l’omertà ad libitum.
Le famiglie delle vittime vorrebbero avere giustizia completa e capire perché i propri cari sono stati scientemente sacrificati: semplici vanaglorie golpiste o un preciso disegno eversivo che doveva portare al rovesciamento dell’ordine democratico in Italia? La strategia a chi giovò?
Perché decidere una strage inumana? Perché coprirla poi ?
Tante domande, troppe domande, senza rispose. Oggi la presenza fisica dello Stato a Bologna fa onore a Governo e Parlamento ma è giunto il momento di uno scatto di orgoglio in più ed impegnarsi davvero per far luce su tutte le stragi che hanno insanguinato l’Italia e di cui le vittime gridano ancora giustizia. Una giustizia vera non di facciata.