Quando arriva l’anniversario della nascita di Freddie Mercury non si può fare a meno di pensare a come sarebbe se fosse ancora vivo. Starebbe ancora facendo musica o trascorrerebbe le giornate in compagnia dei suoi amati gatti? Cosa si inventerebbe per dominare il palco a 75 anni? Riuscirebbe a raggiungere lo stesso successo ottenuto all’esibizione del 1985 durante il Live Aid a Londra?
L’anniversario della nascita di Freddie Mercury
L’esibizione per l’evento musicale di beneficenza fu giudicata la migliore non solo dell’intera manifestazione ma la migliore performance dal vivo mai fatta. L’intro di “Bohemian Rapsody” al piano fece salire velocemente la temperatura lasciando subito spazio a brani come “Radio Gaga”, “Hammer to Fall”, “Crazy Little Thing Called Love”, “We will Rock You”, partecipate da migliaia di braccia a ritmo, così, quando fu il turno di “We Are The Champions”, il pubblico era letteralmente conquistato. Farrokh, come lo avevano chiamato i suoi genitori di etnia parsi quando nacque a Zanzibar, univa un grande talento artistico a incredibili doti comunicative. In sala di registrazione era capace di raggiungere vette altissime grazie alla passione per generi musicali dal rock all’opera che sapeva sapientemente mescolare e all’estensione della sua voce che, da tonalità da tenore leggero, lo portava fino al falsetto. Una capacità che lui stesso attribuiva a una forma di iperdontia che gli aveva regalato quattro incisivi in più rispetto alla norma e che si era sempre rifiutato di correggere. Quando si dice body positive.
Re del palco
Quell’esibizione, ripresa dal film “Bohemian Rapsody” che racconta la vita di Freddie Mercury dal trasferimento a Londra, la sua carriera e, soprattutto, la sua musica, è iconica ma non l’unica degna di essere ricordata. Ogni volta che Freddie saliva sul palco, lo domava. Camminava e saltellava da un lato all’altro col microfono agganciato a metà asta, cantava col pubblico. I suoi look, sempre sopra le righe ma eleganti, lo mostravano ora in jeans e canotta, ora in smocking elegantissimi, ora in tute aderentissime dai colori sgargianti, ora a torso nudo con una corona e un mantello rosso. Artista a tutto tondo, disegnò lui stesso il simbolo del gruppo basandosi su uno stemma reale del Regno Unito nel quale inserì due leoni, un granchio e due fate a simboleggiare i segni zodiacali dei componenti del gruppo: Leone per Roger Taylor e John Deacon, Cancro per Brian May e Vergine per lui.
e degli eccessi
Essere sopra le righe era il modo di essere di Freddie, nella musica, come nella vita. Un modo di essere che lo ha reso spesso bersaglio della stampa inglese che non poteva fare a meno di porsi domande sulla sua sessualità e negli ultimi tempi notare i cambiamenti nel suo fisico. Freddie ha tutelato a gran fatica la sua privacy e quella di chi era accanto: l’annuncio della malattia, dato attraverso un comunicato stampa, è stato da lui voluto solo alla fine. Una sorta di atto dovuto nei confronti dei suoi fan. Il mondo rimase sotto shock alla notizia della malattia e ancor di più, poche ore dopo, della morte. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto grandissimo nel mondo del rock. Se fosse ancora vivo, Freddie Mercury avrebbe appena compiuto 75 anni, in realtà lui non se n’è mai andato.
In copertina foto di David Mark da Pixabay