Elena Ferrante ci stupisce ancora una volta: dopo aver pubblicato ben quattro libri che hanno conquistato in poco tempo milioni di lettori, ha deciso di fare del suo romanzo una serie televisiva. La sceneggiatura è stata affidata a Francesco Piccolo che dovrà svolgere una corposa ma fedele sintesi dell’opera, mentre il regista sarà Saverio Costanzo che già si è occupato del film “La solitudine dei numeri primi”. Probabilmente sarà trasmesso sulla Rai nel 2018 però, per il momento, non c’è ancora nulla di certo.
Ma quale è la storia che ha riscosso tanto successo? E’ sicuramente vera e forse è per questo che ancora oggi è tanto acclamata. Le protagoniste sono due amiche, Lila e Lenù, che nonostante le molte differenze, una trasgressiva e l’altra più mansueta, diventano amiche-nemiche e hanno quindi un rapporto che è al tempo stesso di amicizia e di rivalità.
Le vicende si svolgono nel dopoguerra, in un contesto quindi di grande povertà e in cui inizia ad affermarsi sempre di più la malavita. L’evento che le allontanerà maggiormente è quando Lila è costretta ad abbondonare gli studi per lavorare e aiutare economicamente la famiglia, mentre Lenù li potrà proseguire e riuscire ad ottenere in questo modo un futuro migliore. I libri seguono poi le vicende delle due nel corso degli anni, dall’infanzia, all’adolescenza fino poi all’età adulta. Ne descrivono i problemi, realistici e vissuti da molti, e i momenti felici delle loro differenti ma sempre intrecciate vite.
Le audizioni si sono svolte solo pochi giorni fa a Scampia, proprio perché l’autrice voleva ragazzi e ragazze, bambini e bambine che vivessero e che fossero cresciuti a Napoli e che quindi potessero meglio immedesimarsi con i suoi personaggi.
Le vicende, infatti, si svolgono nella nostra ridente cittadina, nei rioni e nei quartieri popolani in cui sboccia, tra le sofferenze e le difficoltà della vita, un’amicizia vera e duratura, quella tra Lila e Lenù. Si sono presentati a migliaia tra i sette e i sedici anni e per tutta la giornata hanno sostenuto provini e risposo a domande. Quello che però più colpisce è il sorriso e la spensieratezza sui loro visi. Molti non sapevano neanche per che cosa stessero facendo il casting o a stento conoscevano il libro.
Come hanno ribadito più volte le madri, è stata un’esperienza che è riuscita non solo a distrarli dalla normale routine ma anche a fargli credere in un sogno, quello di poter diventare attori e attrici. E’ questo il messaggio che si vuole e si deve trasmettere a Scampia e in generale in tutta Napoli, cioè che è possibile sperare e credere in un’idea. Non sempre ci sono aspetti negativi, a volte può succedere anche che siano promosse iniziative importanti per rilanciare Napoli e le sue menti “geniali”.