L’emergenza Covid-19 ha rivoluzionato in poche settimane il nostro modo di vivere e lavorare. Anche il nostro modo di curarci, facendo emergere la grande difficoltà del principale presidio intorno a cui è costruito il nostro sistema sanitario, il medico di base, messo a dura prova dallo squilibrio tra il numero di pazienti e il numero di medici a disposizione.
Cos’è Lami?
Da questo cambio di passo e atteggiamento nasce Lami, una start-up innovativa che rivoluziona il mondo della salute, punto di riferimento per tutte le esigenze sanitarie. Lami offre un supporto integrato e olistico ai bisogni dei pazienti, con servizi di assistenza istantanea attraverso chat, video-consulti medici, esami e visite a domicilio.
Lami è nata durante il lockdown, da un’ intuizione tanto semplice quanto efficace: assistere i malati di covid al proprio domicilio in modo efficiente e veloce, in un momento in cui in Italia, e non solo, anche le informazioni arrivavano a fatica, soprattutto dai medici di base, travolti dal sovraccarico di lavoro, e i luoghi solitamente deputati alla cura, come gli ospedali e i Pronto Soccorso, erano luoghi da evitare, oltre che allo stremo.
Lami è una piattaforma in cui il paziente può trovare una prima risposta ai propri quesiti di salute, scientificamente corretta, in tempi brevi; ed essere accompagnato in qualunque percorso diagnostico o terapeutico si riveli necessario.
Parliamo con Davide Barenghi, CEO di Lami
Abbiamo parlato di Lami proprio con chi se ne occupa ovvero Davide Barenghi , CEO di Lami:
Benvenuto su Cinque Colonne Magazine, partiamo con una domanda “semplice”: cos’è Lami e come nasce?
Lami è una piattaforma digitale dedicata alla salute. Attraverso Lami le persone possono ricevere risposte affidabili sulla propria salute e, grazie al binomio di professionisti e tecnologia, avere indicazioni circa il percorso di cura migliore in relazione al problema presentato. Lami nasce nel novembre dell’anno passato, quindi in piena pandemia Covid, dalla constatazione che il modello tradizionale di accesso alla salute, che fa leva sul medico di base, è in profonda crisi e non è destinato a migliorare. E’ venuto forse il momento di rivoluzionare i nostri concetti tradizionali se vogliamo continuare ad offrire una salute di qualità che sia accessibile ai più.
In che modo “rivoluzionare” il mondo della salute? Quali sono i vostri punti di forza?
Il mondo della salute è forse uno di quelli in cui è più difficile innovare, perché è molto tradizionale. C’è molto di culturale e profondamente radicato. E’ una grande sfida, ma forse proprio per questo ci entusiasma e l’abbiamo accettata.
In particolare, con Lami abbiamo scelto di concentrarci su un aspetto specifico, ovvero quello di cercare un modello alternativo al medico di base. Per farlo usiamo un mix di tecnologia (intelligenza artificiale e algoritmi predittivi), protocolli medici e telemedicina. Cerchiamo di dare risposte assertive, ottimizzando il tempo dei medici e anche la spesa economica da parte del paziente.
Sviluppiamo tutta la tecnologia internamente, cosa che sembra ovvia, ma che in verità pochi fanno. Il nostro team di sviluppo prodotto è sicuramente un nostro grande asset. Così come un team multidisciplinare, con estrazioni professionali complementari, molto motivato e al tempo stesso “maturo” in termini di esperienza e network. Credo siano questi i nostri principali punti di forza.
Che difficoltà avete incontrato nel vostro percorso di crescita come startup?
Difficoltà ne incontriamo tutti i giorni, fa parte del gioco. Io credo che le principali qualità di un imprenditore debbano essere la pazienza e la tenacia. Le difficoltà sono tante, direi quasi fisiologiche in una startup. Bisogna saperle affrontare senza scoraggiarsi, senza chiudersi in se stessi, e avendo sempre le orecchie tese per intercettare opinioni, pareri e opportunità. Mai innamorarsi (senza fondamento) delle proprie idee. Sicuramente interpretare nel modo corretto gli indizi che il mercato dà è uno degli aspetti più difficili nei primi anni di vita di una startup.
Quali sono i progetti attualmente in atto?
Siamo una realtà in continua evoluzione. Al momento stiamo lavorando sul prodotto digitale per migliorare l’esperienza del paziente e dei professionisti con cui collaboriamo. Allo stesso tempo, stiamo finalizzando la fase di progettazione del modulo di interazione tra il professionista, l’algoritmo predittivo e l’utente, che ci permetterà di dare indicazioni più accurate sul percorso terapeutico da seguire. Un approccio tech+data driven per agevolare una prima diagnosi online, che all’estero sta riscuotendo un buon successo e il cui potenziale è ancora inespresso in Italia.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Vorremmo applicare questo modello anche ad altri contesti come quello assicurativo, che sta crescendo molto e credo che nel corso degli anni sarà più sotto stress (come in altri paesi dove il sistema pubblico è più debole).