Ma, superata la frivola problematica del come addobbarlo, vi aiutiamo a sceglierne uno che non crei danni all’ambiente. Si, perché ogn’anno sono tantissimi gli abeti che, adottati da chi ha poco pollice verde, finiscono col seccare i loro bellissimi rami o, c’è addirittura si propende per un abete artificiale
Se preferite un albero fresco, sarebbe più opportuno acquistarlo da un coltivatore locale, attraverso una piantagione ad hoc, in modo da evitare l’inquinamento del trasporto da lontano ed eventuali “disboscamenti” forestali. Ovviamente, un albero fresco non sarà perfetto, la natura stessa non lo è, avrà sicuramente dei lati asimmetrici, è molto probabile che la parte esposta a Nord, sia meno sviluppata.
Se optiamo per questa scelta ricordiamoci sempre che l’albero è un essere vivente, da tenere al sicuro da fonti di riscaldamento e dagli spifferi; dovremmo anche evitare addobbi molto pesanti per non provocare la rottura dei rami.
Trascorse le festività l’abete può essere conservato e curato, piantandolo in giardino, in un parco o in una casa di campagna. Se non avete spazi come questi, potreste optare per un abete in comodato d’uso, pratica diffusa in molti punti vendita.
Ad esempio da IKEA si può letteralmente affittare l’albero di Natale, con una spesa di 14,99 euro, infatti, possiamo ritirare un abete da addobbare per le festività e restituire ritirando, poi, un buono d’importo pari alla spesa iniziale.
Un’iniziativa attenta al cliente e all’ambiente. Per ogni albero restituito, IKEA dona, inoltre, 2 euro al WWF per un progetto di conservazione forestale. Una prassi, questa, che da molto tempo ha consentito ai clienti di IKEA di restituire più di 152.000 alberi, trasformati in fertilizzante naturale o utilizzati per la produzione di pannelli.
Ovviamente nel caso non si potesse ripiantare o, nel frattempo, si fosse essiccato, l’abete dovrà essere destinato al riciclaggio, nelle apposite modalità stabilite dal Comune di residenza.
Se proprio doveste optare per un albero finto, allora dobbiamo fare qualche considerazione per limitare i danni.
Considerate che quasi tutti gli abeti artificiali sono formati da materiali quali il PVC e metallo, dunque non biodegradabili. Sono quasi tutti prodotti in paesi asiatici e per arrivare sui nostri mercati compiono un lunghissimo percorso che, a sua volta, genera molta anidride carbonica nell’aria. Secondo la Coldiretti, ogni anno in Italia sono acquistati circa 500 mila alberi, cosa che comporta la liberazione di 115 mila tonnellate di CO2 nell’aria, quasi quanta ne produrrebbero 6 milioni di KM percorsi in auto.
Nonostante ciò lo avete acquistato artificiale ? Ok, conservatelo con cura e fatevelo durare almeno una decina d’anni e più, limitate l’inquinamento il più possibile. Evitate addobbi sintetici, decorate l’albero con elementi naturali come pigne cadute, sassi dipinti , addobbi di pasta e quanto vi viene in mente, basta che sia naturale e facilmente smaltibile.
Ci sono poi soluzioni molto più “friendly” per rispettare l’ambiente. Considerate per esempio l’idea di addobbare una piantina già presente in giardino, oppure costruire un albero con materiali destinati al riciclo, come lattine o giornali.
In Perù l’anno scorso è stato realizzato un albero di Natale alto otto metri con 3500 cartoni di tetrapack. Qualche anno fa a Parigi furono costruiti quattro alberi alti quattro metri ciascuno con delle bottiglie di plastica.
Originalissima è stata l’idea dell’albero di Natale realizzato con delle motoseghe sequestrate dal governo di Manila nelle Filippine, per arginare l’abbattimento illegale nella foresta di Palawan.
A Giacarta, invece, è nato il primo albero di mattoncini Lego: 850 mila pezzi e 7 metri di altezza.
Voi, che albero sceglierete?
Voi, che albero sceglierete?