Sono stanca, di quella stanchezza che ti prende l’anima.
Venti anni fa sono partita da quell’ameno paese dell’est piena di sogni, lasciando i miei due figli piccoli che ora sono uomini che non ho cresciuto io. Gli avevo promesso una vita migliore della mia, gli avevo promesso il bagno dentro casa in un’appartamento con il riscaldamento, se non in centro ma almeno in periferia della città. E ci sono riuscita! È solo questo che mi dà la forza di continuare a lavorare giorno e notte.
Oggi la figlia di nonna Emma che accudisco dalle 7 alle 15, mi ha detto che ha capito che ho bisogno di riposo e che lei si è presa una settimana di ferie, così posso farle anche io. Poi mi ha detto che non posso continuare a mangiare panini nei mezzi pubblici fra un lavoro e l’altro. Così mi ha regalato questo thermos e una busta con tutti gli ingredienti per preparare quella zuppa di carne e verdure che le ho raccontato quanto mi piace e quanto mi ricordi casa di mia nonna.
Ora sto andando a fare le pulizie negli uffici del mercoledì sera e sabato mattina. Mangio nella funicolare, che la Signora Gianna oggi pomeriggio mi ha fatto cucinare la zuppa nella sua cucina, mentre stiravo i loro bei vestiti, così gliene lasciavo anche per la loro cena che al marito piace da quando l’ha mangiata nella città vicina a dove sono nata io e che ci ha trasferito la fabbrica lì e gli ha dato il lavoro a mio fratello e a uno dei miei figli.
È bravo il signor Giulio e anche la moglie. Mi ha dato pure 20 euro in più per ricomprare gli ingredienti della zuppa. Domani che sono in ferie la cucino di nuovo per me e le due compagne con cui abito. Magari ci beviamo anche un po’ di birre e poi cantiamo le nostre canzoni.
Foto concessa da Lia Aurioso per Cinque Colonne Magazine