Il caso Vannini
17 maggio 2015. Due genitori, Marina Conte e Valerio Vannini perdono il loro unico figlio, Marco, ucciso con un colpo di pistola nella casa della sua fidanzata Martina. Quel giorno nell’abitazione c’era la famiglia al completo. Parte un colpo di pistola. Marco viene ferito, ma i soccorsi arrivano solo dopo 110 minuti allertati con un ritardo fatale.
Da quel giorno è iniziato un calvario per la famiglia Vannini alla ricerca di giustizia. Per la morte di Marco è stato arrestato il padre della ragazza, Antonio Ciontoli, a cui è stata inflitta una pena di cinque anni di carcere (dai 14 iniziali stabiliti dalla Corte d’Appello di Roma) non scontata anche perché la Cassazione ha poi annullato le sentenze e a settembre ci sarà il nuovo processo. Le cose non quadrano per la famiglia Vannini che, ancora oggi, si batte per il riconoscimento delle responsabilità di chi per loro ha causato la morte del figlio. Tutti i componenti della famiglia si sono visti comminare una pena dai 3 ai 5 anni in prima istanza .
Il libro
Mio figlio Marco, la verità sul caso Vannini edito da Armando Editore e scritto dal giornalista Mauro Valentini, è un lavoro a quattro mani, realizzato con il contributo della famiglia Vannini. Il libro è un regalo a Marco da parte dei suoi genitori, ma anche un atto doveroso da parte di Valentini. Le pagine parlano di Marco, della sua vita, delle sue speranze, ma innanzitutto dei dubbi e dei misteri di cui è pregna la vicenda. Il libro è scritto in un linguaggio fluido, semplice e immediato. Si ha la sensazione di vivere le vicende in prima persona. E’ un libro che nasce dal cuore, e si sente. Scrive Mauro Valentini:
«Mi sono messo al servizio di mamma Marina, ho raccolto e narrato quello che è stato il percorso della vita felice e poi della tragica scomparsa di Marco attraverso le sue parole e i suoi occhi. Abbiamo ricostruito insieme la genesi e il cammino della famiglia Vannini per poi raccogliere le carte processuali e rileggerle sotto una luce nuova e per certi versi mai fatta in precedenza. Un libro dedicato a Marco, scritto a quattro mani con Marina Conte e con al nostro fianco papà Valerio. Un libro che si avvale del contributo di testimonianza tra gli altri del Generale Luciano Garofano, della giornalista di Quarto Grado Anna Boiardi, di Debora Ergas, inviata de La Vita in Diretta e di Liviana Greoli tra le curatrici del programma Chi l’ha Visto.»
Intervista a Mauro Valentini
Abbiamo intervistato Mauro Valentini il giornalista che ha raccolto la storia dei genitori di Marco e che, con un lavoro certosino, ha dato vita ad un libro intenso e denso. Denso di vita, ma sicuramente anche di dubbi, e di tanto dolore per una vicenda ancora oscura.
Partiamo dall’inizio. Quando c’è stato l’incontro con la famiglia Vannini? E perché ha deciso di prendersi a cuore una vicenda così dolorosa?
Questo libro nasce da un incontro: quello tra me e Marina e Valerio. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso che era il momento di raccontare Marco. Vivo.Entrare nella storia della famiglia Vannini e poi raccontare la sua assurda morte è diventata per me una missione. Un regalo per Marina e Valerio. E per Marco
Alcuni media hanno riportato la presunta colpevolezza di Federico, il fratello della fidanzata di Marco. Secondo lei è possibile? In base alle vostre ipotesi, ci poteva essere qualche attrito tra i due?
Noi dobbiamo stare ai fatti, non alle supposizioni. E ascoltando le intercettazioni sul divano della Caserma di Civitavecchia non si può immaginare, a mio avviso, altro scenario che quello conosciuto. Dai discorsi fatti tra i Ciontoli che non avevano contezza di esser registrati.
Per quanto mi riguarda non ci sono dubbi sullo sparo. Il mistero è semmai nelle ore successive. Quelle hanno determinato la morte. Non lo sparo in sé.
Nel libro non è stato tralasciato nulla, neanche i momenti più strazianti della vicenda come ad esempio le evidenze medico legali. Chi ha deciso di riportare tutto? Lei, per completezza e coerenza narrativa, oppure la famiglia?
tutto quello che leggete è decisione comune mia e di Marina. Tutto è importante secondo noi per raccontare cosa è stato il caso Vannini.
Ogni capitolo del libro è introdotto da alcune strofe di una canzone. Come mai?
quella delle canzoni ad inizio capitolo è sempre stata anche nei miei libri precedenti il mio segno narrativo. Canzoni e frasi che raccolgono in pochi versi il senso del capitolo che poi abbiamo scritto. E le canzoni sono di Lucio Battisti e due dei Queen. Erano le passioni musicali di Marco. È un regalo per lui.
C’è stato un momento in cui, nel ripercorrere e ricostruire tutti gli eventi riportati nel libro, non se l’è sentita di andare avanti?
No. Marina mi aveva chiesto di trasferire su quelle pagine il suo amore e il suo cuore di mamma. Non mi sarei mai potuto fermare. Lo dovevo a lei. Lo dovevamo a Marco.
Cosa le ha lasciato questa vicenda? A conclusione di questo importante lavoro a quattro mani, c’è una riflessione che le preme fare e un messaggio che vuole dare ai lettori?
Questo libro non è contro nessuno. È un’opera piena di dolore ma anche e soprattutto di speranza e amore. Ecco. L’amore. Quello di Marina e Valerio per questo figlio, il loro desiderio di Giustizia. Questo è il motore del libro. Chi lo leggerà rimarrà sorpreso da tutto questo: un libro che parla di vita. Che racconta Marco e lo regala alla memoria di tutti.