Il primo semestre 2015 delle imprese associate Univendita, la maggior associazione della vendita a domicilio, si è chiuso con unfatturato di 801 milioni e 940mila euro, con un incremento del 5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dopo il primo trimestre che si era chiuso con un +5,5%, la vendita a domicilio consolida quindi il dato di crescita per il 2015.
«Dati alla mano, sembra che l’Italia abbia finalmente imboccato l’uscita dalla recessione –commenta il presidente di Univendita Ciro Sinatra– e la vendita a domicilio, dopo essere stata anticiclica negli anni della crisi, adesso guida la ripresa dei consumi. È un dato che conferma il nostro trend di crescita e la nostra formula di vendita come una realtà consolidata nel panorama del commercio».
La vendita a domicilio continua, infatti, la propria performance positiva rispetto al commercio tradizionale. Secondo i dati Istat, nel primo semestre del 2015 il valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio è cresciuto dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2014. In dettaglio, le vendite della grande distribuzione sono aumentate dell’1,4%, mentre quelle dei piccoli esercizi commerciali sono diminuite dello 0,3%.
In crescita anche l’occupazione: il numero degli addetti alla vendita cresce del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2014, attestandosi a oltre 137.000 venditori. Da sottolineare la rilevanza della componente femminile, pari al 93,3%.
«Questa percentuale conferma l’importanza di valorizzare le donne sul lavoro, capaci di far crescere un intero settore dell’economia –aggiunge il presidente Sinatra–. Nell’indagine che Univendita ha realizzato con l’Università la Sapienza è emerso che nella vendita a domicilio si realizza un incontro virtuoso tra le strategie delle aziende e le esigenze delle lavoratrici; con le prime capaci di costruire un sistema organizzativo “amichevole“, in grado di fornire un pacchetto di opportunità e incentivi adatto anche a donne che non puntavano su questa attività come a quella centrale della loro vita. Questa flessibilità soggettiva, ossia tagliata sulle priorità organizzative delle lavoratrici, è un importante fattore inclusivo per il lavoro femminile».
Nel dettaglio, il comparto più dinamico è stato quello dei “beni durevoli casa” che, con un incremento del 7,8% e una quota di mercato del 59%, si conferma come il più importante della vendita a domicilio, seguito da “alimentari e beni di consumo casa” in crescita del 7,3%.