Il presidente del Consiglio d’Europa ha incontrato il suo corrispettivo di Malta per focalizzare la questione di come affrontare i flussi migratori in mare.
Malta deve affrontare i sintomi del caos in questa regione su una base quotidiana, soprattutto quando si tratta di immigrazione irregolare. L’Unione europea ha la responsabilità di aiutare chi è in pericolo. E bisogna farlo. Tuttavia, importante è anche la sicurezza e la stabilità dei paesi degli Stati membri, come Malta. Non si possono aprire le porte a tutti e, quindi, dobbiamo agire per impedire alla gente di prendere la decisione di lasciare la loro patria, aiutarli nei loro paesi di origine.
Un’altra tragica conseguenza è, poi, il terrorismo. I gruppi terroristici stanno minacciando i popoli del Nord Africa, e per estensione l’intera Europa. La nostra sicurezza interna ed esterna sono mai stati così strettamente interconnessi. Oggi si è avuto un buono scambio su come l’Unione europea possa ulteriormente accompagnare le azioni degli stati come Malta per contrastare l’agenda terrorista – in patria e all’estero. Questo, di oggi, segue la discussione avuta in occasione del Consiglio europeo informale di febbraio, in cui tutti i leader dell’UE hanno convenuto di un piano di lavoro ambizioso per come combattere il terrorismo.
Proprio di fronte al mare, il popolo libico si trova ad affrontare un aumento della minaccia terroristica, dove la mancanza di un’Europa unita e istituzioni governative e statali lascia spazio ad espandersi. Si è concordato al Consiglio europeo di solo dieci giorni fa, e qui di nuovo, che l’Unione europea deve essere pronta ad aiutare i libici nella loro transizione. A questo proposito, si esortano le parti libiche per venire rapidamente a un accordo su un governo di unità nazionale, e mettere in atto un cessate il fuoco duraturo.