Vincitore del Terra di Siena Film Festival 2014 (Gran Premio della Critica SNCCI), esce finalmente nelle sale l’opera prima di Sebastian Maulucci, La terra e il vento, produzione Ar.Pa. Film che dopo tre anni e mezzo di candidature e partecipazioni ad alcuni dei più rilevanti festival italiani, trova un circuito aperto al pubblico.
Scritta e diretta dal giovane Maulucci – già assistente alla regia di Paolo Sorrentino nel film L’amico di famiglia e allievo di Marco Bellocchio nel film Sorelle durante il seminario Farecinema – autore di vari spot aziendali e Pubblicità Progresso, oltreché autore di racconti, testi teatrali, cortometraggi e docu-film – la pellicola sarà in programmazione a partire dal 2 febbraio p.v. Nel cast una rosa di giovani attori tra cui Lorenzo Richelmy (figlio d’arte dalla lunga esperienza teatrale e cinematografica, ultimamente a fianco di Carlo Verdone in Sotto una buona stella e protagonista della serie Marco Polo prodotta da Netflix), Robin Mugnaini (tra le interpretazioni più recenti la serie tv Don Matteo, Tutti i santi giorni di Paolo Virzì e Francesco-2014 di Liliana Cavani); Laura Gigante (The Sphinx, L’ispettore Coliandro, Albakiara), Chiara Martegiani (Amici di Maria De Filippi, Meno male che ci sei con Stefania Sandrelli, Il sesso dopo i figli), Vijaya Bechis Boll, Giacomo Tarsi, Margherita Vicario (Kubrick-una storia porno, Pazze di me, Arance e Martello, To Rome with Love e apprezzata cantautrice) e Beniamino Brogi (Ein Sommer in Amalfi, FDR, 4 Rules). Altri interpreti sono Lina Bernardi, Rosanna Gentili, Stefania Micheli, Maurizio Lombardi, Enzo Provenzano, Nino Bernardini,Alessandra Roca, Roberto Di Maio, Barbara Folchitto, Emiliana Franzone, Annamaria Teresa Ricci e Mariano Aprea. Presenti infine, con due “camei” ad hoc, Pietro De Silva e Christiane Filangieri.
La terra e il vento, prima di tutto, si rivolge ai giovani d’oggi: a coloro che non hanno ancora scelto il proprio destino e continuano a rifugiarsi nelle proprie radici per paura di un salto nel buio, ma anche a quelli che hanno deciso di estirpare il proprio passato per inseguire un’onda avventurosa verso ignoti ed inesplorati cammini. Commedia all’apparenza spensierata ma ritratto del conflitto multi generazionale che il nostro Paese sta vivendo nell’indecisione tra la fuga dei cervelli e la riesumazione delle proprie tradizioni “must” Made in Italy, il film abbraccia la coralità di una storia di due famiglie “allargate” e la singletudine delle riflessioni soggettive intrise da sensi di colpa e ambiti progetti di evasione en plein air.ù
I protagonisti, divisi tra il restare legati alla Terra o fuggire come il Vento, rifugiano in una tenuta in Toscana per dimenticare i problemi quotidiani. Ma la realtà irrompe comunque conducendo per mano ognuno – attraverso le relazioni di gruppo o introspezioni psicologiche, a trovare il proprio destino.
A compenetrarsi con gli animi dei personaggi, prima ancora che a fare da sfondo alle loro azioni, sono i colli senesi, naturale aiuto alle scelte cromatiche color pastello della fotografia firmata da Paco Maddalena, congiuntamente alle note musicale originali di stampo prevalentemente classico (a parte l’inserto rock del prologo e dell’epilogo) che vede la colonna sonora firmata da Francesco Ruggiero richiamarsi ad una certa tradizione popolare.
“Ho fatto ampio uso dei carrelli – afferma Maulucci – per avvolgere i personaggi e la storia in uno sguardo che fosse insieme partecipe e distaccato, osservativo e narrativo al contempo che è poi il mio rapporto con tutti i personaggi, un misto di affetto e approvazione ma anche di distanza critica, che mi ha permesso di svelare luci e ombre di ognuno oltre che concedermi qualche parodia di certi cliché sociali oggi di moda.”
Complici gli attori calati nei loro prototipi naturalistici, l’uso di una steadycam tesa a raccontare con immediatezza e fluidità alcune scene di vita, un montaggio classico ma ritmato che valorizza ogni momento quasi fosse un insostituibile tableau vivant, la pellicola segue passo passo il cambiamento dei suoi protagonisti verso una maturità che si scopre tutt’a un tratto consapevole, calciando per sempre i retaggi di un’adolescenza insicura.
“In un periodo di crisi del cinema italiano – dichiara Paola Populin, fondatrice di Ar.Pa Film e produttore del film – abbiamo cercato di riflettere sulle nuove possibilità produttive e concepire questo progetto, che ha alla base un lavoro di notevole spessore, per un pubblico diversificato, di modo da soddisfare le esigenze di uno spettatore vario e interessato”.
La terra e il vento è un film sulla famiglia, sull’amore, sulla gioventù, sui valori svaniti e su quelli emergenti, ma anche sull’ambiguità dei rapporti e l’incertezza dei sentimenti all’interno del conflitto oggi sempre più acuto tra la vecchia e la nuova generazione. E i due poli si rispecchiano nei due fratellastri protagonisti: l’uno col suo rifiuto categorico di tradizioni e vincoli famigliari proiettato verso un futuro avventuroso, l’altro con la missione di continuare la tradizione paterna dell’impresa agricola, (forse unica possibilità di salvezza per l’umanità alla fine del mondo), nella speranza di ridare linfa vitale ad una attività ormai destinata all’estinzione.
Alla ricerca della felicità che ognuno tenta di costruire superando la memoria, recita bene lo slogan di apertura: “La libertà non può tener conto dei legami, ma senza legami nessuno è mai davvero libero.”