Arriva a Milano, dopo Roma, la prima stagione di teatro terapia diretta dallo psicoterapeuta Giovanni Porta.
E’ un teatro, che va oltre la forma del teatro itinerante, per diventare coinvolgente, tanto da aiutarci a superare le nostre difficoltà quotidiane. Sono gli spettatori a salire sul palco e a mettersi in gioco.
“Molte persone vivono come se quella che stanno conducendo sia l’unica esistenza possibile, e quando le cose non vanno bene cadono in profonde dolorose lamentazioni. – spiega lo psicoterapeuta Giovanni Porta – Ogni persona ha esigenze e desideri diversi, e la felicità è una condizione estremamente soggettiva e personalizzata. Se amo la natura, non potrò definire un successo il mio lavoro se faccio il manager che vive tra aerei e riunioni, ma magari se possiedo un campeggio… Una cosa, però, è comune a tutti: in ognuno dei campi importanti della propria vita è necessario essere capaci, quando la situazione lo richiede, di rischiare. Rischiare che cosa? Per ognuno è diverso: chiedere una promozione, un numero di telefono, correre il rischio di conoscere nuove persone, di visitare nuovi posti, di trasferirsi.
Lamentarsi è inutile. Necessario, invece, è trovare il coraggio di mettere in atto comportamenti nuovi e difficili per raggiungere risultati diversi dal solito. Per fare questo può risultare molto utile la teatroterapia in quanto permette, in un contesto protetto, di sperimentare nuovi comportamenti e possibilità esistenziali senza che l’insuccesso determini conseguenze negative nella vita reale. In pratica, è una palestra dove allenarsi per realizzare i propri desideri. Sono timido? Mi allenerò ad essere un po’ più sfacciato. Sono troppo duro? Allenerò la mia dolcezza e comunicazione emozionale. E così per tutte le rigidità da cui qualsiasi persona è afflitta.
Il percorso si svolge in gruppo perché è fondamentale sperimentare il fatto di non essere l’unico/a ad avere desideri irrealizzati e difficoltà nella vita. Il gruppo dà forza ad ogni componente. Io mi occupoo di creare in ogni incontro situazioni di perturbazione di crescente intensità per portare i partecipanti, poco alla volta, ad uscire dai limiti del loro consueto e sentire che effetto fa…”