Nel primo Natale con il segno più dopo 7 anni, con i consumi in crescita del 5%, la tavola si conferma la prima voce di spesa del budget delle feste. Nonostante le tredicesime già destinate al pagamento di tasse, bollette e mutuo, le famiglie non rinunceranno alle tradizioni enogastronomiche e, per il carrello alimentare dei prossimi giorni, spenderanno oltre 3 miliardi di euro.
Lo afferma la Cia-Agricoltori Italiani, spiegando che il 22% degli italiani spenderà più del 2014 per cibo e bevande, mentre il 73% lascerà quasi invariata la spesa sia per il cenone della Vigilia che per i pranzi di Natale e Santo Stefano. Merito anche del moltiplicarsi di promozioni e offerte speciali nelle catene della Gdo, con un prodotto su tre sullo scaffale ‘a sconto’, ma anche dell’aumento degli acquisti (+10%) nei mercatini allestiti dagli agricoltori, soprattutto nelle zone rurali e periurbane, dove si può risparmiare fino al 30%.
Anche se le scadenze fiscali pesano e il potere d’acquisto delle famiglie è ancora lontano dai livelli pre crisi a Natale gli italiani continuano a non voler fare a meno di panettone, spumante e piatti della tradizione, scegliendo piuttosto di risparmiare su regali e vacanze.
D’altro canto, la convivialità a tavola è assolutamente radicata nella cultura nazionale e trascorrere i giorni di Natale in casa, con famiglia e/o amici, è una tradizione ormai consolidata per 8 italiani su 10. Gli acquisti, però, saranno molto più orientati alle specialità legate al territorio e alle tipicità regionali. Niente spese folli né mode esterofile insomma: salmone, ostriche, caviale e frutta esotica faranno capolino con moderazione nei menù delle feste. Mentre ancora una volta lo spumante trionferà sullo champagne, con il 90% dei brindisi rigorosamente ‘tricolore’.