Purtroppo l’orizzonte del 2030 appare un po’ troppo lontano rispetto ad una vera e propria emergenza che sta assumendo, giorno dopo giorno, dimensioni estremamente preoccupanti e sulla quale bisogna intervenire con urgenza.
Dagli anni ‘50 ad oggi, con l’avvio della grande diffusione dell’uso della plastica, abbiamo prodotto 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, gettandone in natura circa 6,3 miliardi.
È come se ogni abitante trascinasse con se circa una tonnellata di plastica. Il 79% di questa è finita nelle discariche e in tutti gli ambienti naturali contaminando aree remote come i ghiacci polari fino le grandi fosse marine a 10 km di profondità. Specie simbolo, come tartarughe marine e balene, sono le vittime più evidenti, ma la tossicità dei rifiuti plastici in mare sta contaminando anche le catene alimentari che arrivano fino alla nostra tavola.
Il WWF da tempo lavora per informare ed educare su questo tema decisivo per il futuro nostro e del pianeta: senza aspettare l’entrata in vigore delle nuove norme, infatti, da subito tutti possono impegnarsi per ridurre il proprio impatto adottando stili di vita ‘zero plastica’. Le alternative ci sono già e il mercato stesso offre soluzioni sempre nuove ogni giorno: dalla riduzione degli imballaggi al refill di cosmetici e prodotti per la casa.