Le parole che seguono, sono tratte dal diario di Virginia Doria, maritata Flores al momento dei fatti cinquantenne e si riferiscono al settembre 1943 nei giorni tra il 10 settembre e il 1 ottobre, quando annotano l’arrivo degli inglesi. Il marito della signora Virginia è un ufficiale di artiglieria e questo spiega la presenza dell’attendente e la conoscenza di certe notizie non diffuse via radio.
Spesso quando si è davanti a eventi di portata storica non si è in grado di individuarne la potenza poichè la Storia macina e massacra il futuro e quello che resta da fare è osservare, partecipare e se si è in grado di farlo, annotare. Questo diario, scritto dalla signora Virginia “per testimoniare a se stessa in quel momento in attesa di dire a chi poteva comprendere il suo stato d’animo, la sua vita” , queste parole sono la cronaca più diretta, lo sguardo più vicino che abbia letto su quei giorni.
Grazie alla mia amica Rosaria Visetti, nipote di Virginia, per avermi regalato questa emozione della quale sono felice di farvi partecipi.
• 1943- settembre
10- Le truppe tedesche, che avevano lasciato Napoli, giunte a Caserta tornano indietro, pare in seguito alla notizia dell’occupazione di Roma da parte dei tedeschi – con il loro ritorno si inizia a Napoli un doloroso tragico periodo per la nostra città, conflitti nelle strade, morti e feriti, i tedeschi disarmano ufficiali e soldati, ed occupano caserme e comandi – i capi militari di Napoli (gen.. Del Tetto e gen. Pentimalli) si rendono irreperibili!….da Roma, tagliate tutte le comunicazioni, non giunge nessun ordine; il capo del governo, Badoglio, tace!….corre voce che egli sia in Sicilia, con il re. Povera Italia! Abbandonata dai suoi capi, abbandonata alla vergogna del disarmo da parte dei tedeschi, alle loro rapine e prepotenze, alle loro feroci rappresaglie (per un tedesco ucciso vengono fucilati 100 napoletani innocenti, ed incendiato e mitragliato il quartiere dove è avvenuto il fatto); qualche sporadica resistenza che finisce nel sangue, a Nola un reggimento di artiglieria che tenta di resistere è sopraffatto, i soldati vengono disarmati, gli ufficiali tutti fucilati.
Sì, ma se tutti avessero resistito?…
Augusto, che al comando assiste i generali Radice e Carlini, non torna a casa.
Cruento conflitto dinnanzi Palazzo Salerno, dal quale Augusto esce salvo per miracolo.
11 – Continua da parte tedesca il disarmo dei militari e dei civili di Napoli (in seguito restituiscono le rivoltelle agli ufficiali) e l’impossessarsi di macchine private, pur avendo il comando tedesco promesso (?!) al comando (?!) italiano di limitarsi alla requisizione di macchine militari e al disarmo della popolazione civile – sempre degna di fede la parola tedesca! Gli ufficiali italiani, pregati dai loro superiori di vestire in borghese! – abbandonano le caserme, soldati e marinai, lasciati a loro stessi, senza rancio e senza tetto, vagano per le strade, triste processione di sbandati, spettacolo miserando.
Il popolo saccheggia caserme e depositi di viveri.
Augusto, consumato il sacrificio, torna a casa, egli è riuscito a serbare la sua rivoltella. Alloggiamo il nostro attendete, Ruggero Di Noia, messo fuori da S. Elmo anche lui come tutti gli altri. Il nostro cuore trabocca di amarezza, di vergogna, di desolazione.
12 il nostro attendente decide di andarsene a casa sua (Trinitapoli – Foggia), anche se deve fare tutto il viaggio a piedi, si riunisce con altri compagni pugliesi, ugualmente si avviano gruppi di soldati per la toscana, la Liguria, ecc. Ugualmente giungono a Napoli da ogni parte d’Italia soldati napoletani, nelle stesse misere condizioni materiali e morali.
– Anche Roma e Milano e Trieste e molte altre città italiane sono in mano tedesca – l’EIAR non funziona più, ma da Roma trasmette una radio fascista !…
13 – La radio fascista annunzia la liberazione di Mussolini da parte di un gruppo di paracadutisti tedeschi; ma sarà vero? Se ne dubita, perché quel cialtrone parolaio non fa sentire la sua voce attraverso la radio; parlano gli altri per lui.
Gli anglo-americani occupano Catanzaro, Altamura, Bari ecc , nel Salernitano incontrano forte resistenza tedesca, per cui sono fermati, ed in qualche punto indietreggiano; furiosa battaglia nell’agro nocerino; gli anglo-americano occupano Capri.
– A Napoli è dichiarato, dal comando tedesco, lo stato d’assedio – condizioni rigorosissime – fucilazioni rappresaglie ed incendi si susseguono, coprifuoco dalle 20.
14 – I barbari fanno scoppiare armi e munizioni nel palazzo della prefettura, proprio nel cuore della città; precedentemente avevano incendiato l’università, dopo fucilazione di marinai e studenti, qualcuno dei quali aveva sparato contro l’oppressore; e poiché il conto di 100 ed 1 non tornava salirono nelle case a prendere innocenti giovanetti che furono anch’essi così fucilati – Che iddio punisca i tedeschi! Che essi siano maledetti fino alla consumazione dei secoli – e che dio abbia pietà degli imbelli italiani.
15 – 377esima incursione dalle 22 a poco dopo mezzanotte, gravi danni e molte vittime a Torre del Greco, la presenza delle truppe tedesche fra noi, ed in possesso di tutti gli obbiettivi militari, costringe gli alleati a continuare i bombardamenti su questa disgraziata Italia
……..
16 -a Napoli continuano le vessazioni tedesche; i soldati sparano sugli inermi napoletani con la stessa semplicità con la quale altra gente si soffia il naso.
– Il servizio postale e telegrafico è interrotto.
17…… i tedeschi minano e fanno saltare sistematicamente impianti militari e portuali, fabbriche ed officine, ponti, strade, ed anche semplici palazzi innocenti, così, per l’amore di Attila alla distruzione.
– Viviamo tra continui scoppi più o meno violenti, l’orizzonte è quasi sempre velato da fumi di incendi, continuano da parte tedesca i furti di macchine private, ed altre rapine.
– Gli alleati occupano Capri, forze della marina italiana, d’accordo con gli alleati, occupano Procida e Ponza; gli alleati avevano già occupato Ischia. Proclama di Badoglio (che è con gli inglesi) alla popolazione e alle truppe italiane per incitarle a resistere contro i tedeschi, ed a combattere in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo i tedeschi.
22- continuano gli scoppi e gli incendi per tutta la città; che cosa mai resterà intatto della povera Napoli? che cosa sfuggirà alla distruzione tedesca? I tedeschi bruciano anche tutto il piccolo naviglio del nostro mare: barche da pesca, imbarcazioni dei circoli nautici, cutters ecc.…
Gli allarmi aerei sono più frequenti che mai; fino a 15 in 24 ore, ma nessuno ci bada, che più tristi e gravi cose incombono su di noi. Meglio non scrivere tutto quello che fanno i tedeschi!
24- per ordine del comando tedesco una larga fascia costiera da Pozzuoli (città di Pozzuoli inclusa) fin fuori Napoli dal lato dei comuni vesuviani deve essere sgombrata in 12 ore; si ha poi una proroga di 24 ore; si tratta di centinaia di migliaia di persone senza tetto; dopo il dissolvimento dell’esercito abbiamo, così, un altro tragico spettacolo di guerra.
Un collega ed amico di Augusto, ten. col. D.B., che alloggiava a Chiaia, non riesce a trovare altro alloggio; lo ospitiamo al secondo piano, in casa di Biagio (Nota: Biagio Doria, fratello di mia nonna, noto come Gino Doria).
24 -il comando tedesco ordina la presentazione di tutti gli uomini delle classi dal 910 al 925, per “servizio del lavoro”; si suppone, sotto questa etichetta, bel altra cosa: campi di concentramento, o deportazione. Lutto di tutta la città, e nessun giovane si vuol presentare. Sono tutti nascosti, o fuggiaschi. Ma se se ne presenteranno troppo pochi, che faranno di rimando i tedeschi, che iddio faccia arrivare gli inglesi! I quali, attardati nella zona di Salerno dalla resistenza tedesca, pare che ora abbiano ripreso ad avanzare. Anche in Puglia vengono avanti.
25 – c’è anche un altro ospite nella piccola casa di Biagio, il prof. Giovanni Pugliese, amico carissimo di Biagio.
Siamo, naturalmente, senza notizie di Massa e Sorrento, il che ci tiene in grande ansia, pare che da quelle parti siano sprovvisti di viveri e per conto loro saranno in pena per noi.
27 – nel primo giorno della presentazione dei chiamati al servizio del lavoro, in quattro sezioni di Napoli si presentano soltanto 150 uomini, invece dei 3000 previsti, quindi nuovo minacciosissimo proclama dei tedeschi, dopo del quale si presenta un po’ più di gente; ma la maggioranza dei giovani continua a battere la campagna ed a nascondersi, sfidando la fucilazione piuttosto che consegnarsi ai tedeschi. Pugliese, fuggiasco anche lui, per la stessa ragione, continua ad abitare in casa di Biagio, dividendo la nostra vita. I tedeschi si impadroniscono anche di uomini di classi non precettate per il servizio del lavoro, si dice che abbiano rapito anche donne!
28 – Giornata che non dimenticheremo, verso il mezzogiorno un gruppetto di giovanissimi patrioti armati, e sventolando una bandiera italiana, vengono fuori dal Vomero Vecchio, proprio dinanzi al “serraglio” sopraggiungono dei tedeschi; sparatoria; un tedesco a terra, colpito nella testa; bene! Un italiano ferito; dai nostri balconi si assiste in pieno alla battaglia; sopravviene un po’ di calma, tutto tace, i patrioti scompaiono, il morto tedesco giace in un lago di sangue; ci decidiamo a mangiare, avendo con noi Pugliese ed anche B. che non può andare a mangiare fuori perché i restaurants, come tutti gli altri negozi, sono chiusi; verso le 14 cominciano ad arrivare varie macchine di tedeschi; pare ci sia anche un carro armato; s’inizia quindi una sparatoria tedesca violentissima; Lucia, presa da folle paura, sconvolta e piangente, vuole andare a casa sua, e poiché la nostra casa è circondata dai tedeschi si butta dal muro del giardino in quello di Orfei, e di lì scappa via; le ragazze seguono, ma con calma, la stessa strada, perché noi vogliamo che si allontanino dal luogo delle rappresaglie; dovrebbero andare da M.T., ma anche via Luca Giordano è sbarrata dai tedeschi, così sono molto gentilmente ospitate dalla famiglia Iraso, in villa orfei; a Villa Doria, ben sbarrati portone, cancelli, finestre e balconi, una parte degli abitanti, insieme a gente di passaggio, riparano nel ricovero; Augusto e io, con B. e Pugliese, preferiamo il giardino, dove trascorriamo tre ore veramente paurose; da tutti i lati del giardino e della casa rumoreggia la sparatoria più tremenda che io abbia mai sentito; ci sono moschetti, mitragliatrici, bombe a mano; sulle nostre teste e contro la nostra casa fischiano, sibilano, scoppiano proiettili di ogni genere; a pochi metri da noi orribili voci tedesche abbaiano comandi che si risolvono in nuovi e più terribili spari, è un inferno, siano maledetti i tedeschi!
-alle 17,30 pare tornata la calma, rientriamo in casa, abbiamo un grosso buco nella pietra di un balcone, un vetro rotto ad un altro balcone dove il proiettile si è poi conficcato nell’imposta; al pianterreno una stecca di persiana si è rotta e c’è un buco nella cornice della finestra; molti buchi nella facciata del palazzo
Mentre tutto pare tranquillo ecco una notizia che ci mette di nuovo in agitazione: si aspettano rappresaglie tedesche nel raggio di 300 metri dal posto dell’uccisione del tedesco, si temono scoppi, incendi, arresti; reputiamo cosa prudente, ben sapendo di cosa siano capaci i tedeschi, di pernottare fuori di villa Doria; le ragazze si avviano da M.T. dove però non trovano posto e se ne vanno quindi con Pugliese dalla sorella di lui a viale Michelangelo; augusto, io e B. chiediamo ospitalità ai Mazzetti che ci ospitano molto bene nella loro casa al terzo piano, Gioacchino e famiglia seguono la sig.na D. a casa di suoi amici al viale Michelangelo, tutto ciò a precipizio per la notte che incombe (il coprifuoco è fissato alle 20). Questa precauzione risulta inutile perché per fortuna la note scorre tranquilla.
Ma noi abbiamo vissuto veramente una giornata tragica.
– in mattinata si è saputo che questura e carabinieri, per ordine del comando tedesco, vanno requisendo apparecchi radio, noi nascondiamo il nostro sull’ammezzato, ognuno nasconde il suo; così non abbiamo più nessuna notizia dagli inglesi; dove sono? Quando arrivano? Che dio li faccia giungere al più presto!
Tutti dicono che i tedeschi stanno lasciando Napoli, lo confermano gli scoppi, gli incendi e le distruzioni che quelle bestiacce stanno moltiplicando per tutta la città; già mancava il gas, ora ci han tolto la luce elettrica ed acqua. “Che dio li fulmini tutti!” come dice B.
– Su tutti i guai della giornata scende dal cielo un violento temporale.
29 – fino alle 10 i morti del conflitto di ieri giacciono ancora nella strada, orrendo spettacolo, ma la mattinata trascorre tranquilla; i negozi però sono tutti chiusi, e non si ha il pane, pare che in molti punti della città vi siano aspri conflitti, e che il popolo sia molto ben armato. Nel pomeriggio esco con Rosaria per andar da Lucia che oggi non si è vista, e capitiamo nei paraggi di una sparatoria, per cui dobbiamo riparare in una casa; ad ogni angolo di strada c’è un nostro uomo appostato, con moschetto; qualcuno è un ragazzo di non più di 14 anni; in maggior parte è gente del popolo; finalmente il popolo s’è svegliato!
Scantonando di strada in strada ritorniamo a casa. Più tardi, ed anche nella notte, c’è violenta sparatoria al campo Littorio dove il popolo dà addosso ad un gruppo di tedeschi che, solidamente armati, sono lì asserragliati.
Ottobre- 1° – le prime truppe alleate entrano in Napoli, accolte entusiasticamente dalla popolazione, le ragazze, io e Gioacchino scendiamo in centro per assistere all’arrivo delle auto-colonne alleate, scendiamo e risaliamo a piedi, perché le ultime feroci distruzioni tedesche hanno lasciato la città senza energia elettrica, e quindi senza trasporti, senza gas e, quel che è peggio, senza acqua; a telefoni, posta, giornali, non ci si pensa nemmeno; e manca, ahimè il pane, negozi sono tutti chiusi, non si trova assolutamente nulla, noi abbiamo patate in casa, e con quelle andiamo avanti alla meno peggio.