La pedofilia nella Chiesa
La stagione del diavolo di Claudio Pepe edito da Masciulli edizioni, è un libro che affronta uno dei temi più fastidiosi che riguardano la storia della Chiesa, da sempre. La pedofilia tra le fila ecclesiali si intreccia con l’amore puro di due adolescenti, a cui fanno da sfondo le splendide e misteriose catacombe romane. La storia è ambientata ai giorni nostri. Siamo nel 2018, ma quello che si troveranno ad affrontare i due ragazzi sarà una storia che affonda le sue radici nel passato. Rinchiusi per una notte nelle catacombe della Roma imperiale, i due giovani si troveranno faccia a faccia con alcuni dei temi più oscuri e terribili della nostra storia.
Il romanzo di Claudio Pepe ci ha colpiti, e così abbiamo deciso di fare due chiacchiere con l’autore per sapere, perché ha scelto di affrontare un tema così scottante come quello della pedofilia nella chiesa, e cosa rappresenta per lui oggi la scrittura
La stagione del diavolo di Claudio Pepe
La stagione del diavolo è il suo secondo romanzo, scritto a distanza di parecchi anni. Qual è stata la molla che le ha fatto scattare la voglia di riprendere a scrivere?
La passione dello scrivere l’ho avuta fin da ragazzo. Era un desiderio che macinava il mio cervello per tutto il corso della mia vita impegnata a fare l’architetto nel mio studio, dove tutt’ora lavoro. Il mio primo romanzo è stato pubblicato dalla Leone Editore nel dicembre del 2019 e a quando ho saputo ha venduto circa 2000 copie. Il secondo romanzo è stato pubblicato nell’ottobre di quest’anno dalla Masciulli Edizioni e si trova in tutte le librerie e i siti online. La molla che mi ha spinto e mi spinge tutt’ora a scrivere è il piacere che provo nel narrare storie che affrontano temi sociali importanti.
Lei ha scelto di ambientare la tua storia ai giorni nostri, trattando un tema molto delicato, e battuto solo ad intermittenza dalla stampa: la pedofilia nella chiesta. Come mai? C’è stato un evento, un’informazione che ha catturato particolarmente la tua attenzione e che l’ha spinta a scrivere su questo argomento?
Il tema della pedofilia nella Chiesa richiama un problema che tutt’ora non è stato risolto e difficilmente eliminabile per le condizioni in cui si trovano i protagonisti di queste tristi vicende. Informazioni ne ho avute tante come se avessi gettato l’amo in una riserva di pesca. Chiunque potrebbe facilmente raccogliere notizie su questo dramma. Sono migliaia le persone coinvolte. Non tutte hanno il coraggio di raccontare le loro esperienze, ma a parlarle con serenità non è difficile ascoltare storie a volte terrificanti. Quello della pedofilia nella Chiesa è un problema che va tenuto in costante tensione perché è l’unico modo per diminuirne le occasioni.
Nella presentazione della La stagione del diavolo, lei parla di un racconto che svela una bugia universale senza alcun pudore. Lei, quindi, ha fatto delle ricerche storiche? Il suo romanzo si basa su fatti realmente accaduti?
Il racconto non affronta soltanto il tema della pedofilia e dei crimini ad essa connessi. Il romanzo, che ha come filo conduttore una storia di affetto e passione di due ragazzi diciottenni, tratta altri temi come, per esempio, la nostra incapacità di avere delle certezze sulle vicende a cui siamo abituati a credere. Spesso le informazione che abbiamo fin dalla nascita non sono veritiere come siamo soliti pensare. Mentre tutti gli episodi di pedofilia sono realmente accaduti, il messaggio che ho inteso inviare ai lettori è frutto di alcune mie congetture. La frase di San Paolo: “ma chi sono i cristiani, io non li conosco”, è una mia interpretazione della storia che però può essere più verosimile di quella che ci raccontano i testi.
C’è un messaggio che ha voluto lasciare ai lettori con il suo libro? Oppure La stagione del diavolo è stato un momento di puro diletto personale?
Il messaggio che ho voluto lasciare ai lettori è quello che ancora una volta l’amore e la caparbietà nel cercare la giustizia sono le armi vincente di ogni persona. Non abbattersi al destino, quando è presagio di eventi funesti, è l’essenza dell’essere umano. Il romanzo rende giustizia a molte persone coinvolte in episodi della loro vita, per anni, nascosti nelle parti più buie dell’animo. Il piacere che ho provato nello scrivere il racconto si trova nella freschezza che mi ha ispirato due giovani con il loro amore per la vita. Ciò che ho voluto sottolineare negli episodi salienti, è la necessità di valutare senza pregiudizi tutto l’aspetto di questo fenomeno, non tralasciando il dramma interiore che vivono anche i responsabili di questo crimine.
Ho chiesto a molti scrittori emergenti di parlarmi delle loro abitudini di scrittura. Lei come ha realizzato il suo romanzo? Ha scritto di getto la storia e poi l’ha revisionata oppure aveva già in mente storia e personaggi e ha rispettato una scaletta già impostata?
Difficile per me è scrivere seguendo una scaletta, percorrendo una traccia. Se facessi in questo modo mi toglierei il piacere d’incontrare fatti e personaggi che io stesso non conoscevo prima d’iniziare il racconto. Spesso, quando scrivo, ho la sensazione che qualcuno, dietro alle spalle, mi suggerisca la trama, gli episodi, le passioni e i drammi dei protagonisti. Vi sembrerà strano, ma scrivo sotto dettatura di uno spirito nascosto, probabilmente è il pensiero inespresso presente nel mio più profondo stato d’animo.
Cos’è per lei la scrittura? Può essere un modo per avere successo nella vita?
La scrittura è un mondo a parte della mia vita. Con la scrittura viaggio in paesi lontani, sulla cima dei monti, nelle profondità del mare. Il successo attraverso i libri è solo un’illusione. Impossibile scrivere pensando alla notorietà. Scrivere oggi è un desiderio molto comune e molti, forse troppi cercano nella scrittura la loro fama. Pubblicare un libro è come lanciare un sassolino in mezzo all’oceano. Le increspature dell’acqua non sono visibili nemmeno ad un metro di distanza.
Che progetti ha per il futuro? Continuerà a scrivere? Ha già in mente un nuovo romanzo?
Tutto ciò non toglie che io continui a scrivere perché ciò nessuno può impedirmelo, nemmeno la certezza di non fare mai parte del cerchio magico degli autori con alle spalle le grandi case editrici. Oltre aver pubblicato due libri ho scritto altri due romanzi, il primo ambientato tra anni 50 e 90 in cui un imprenditore ha perso tutto per la cecità dello (Stato burocrate) per poi riscattarsi grazie alla cultura, il secondo in fase di completamento è ambientato nelle isole della mia città “Venezia” nel periodo della sua nascita.