Il distacco fisico ed emotivo provocato dalla pandemia di Covid-19 ha lasciato gli anziani ancora più esposti alla solitudine. Contro questo isolamento sociale – fattore predittivo di mortalità alla pari di fumo, obesità, pressione arteriosa elevata e colesterolo alto – l’Associazione Italiana di Psicogeriatria organizza “La città e le sue solitudini”, terza edizione del Convegno Nazionale sulla Lotta alla Solitudine.
Celebrare la Giornata Nazionale contro la Solitudine dell’Anziano (15 novembre) proprio durante l’imperversare di questa crisi sanitaria e sociale assume i contorni di un atto di resilienza. Il convegno si terrà la mattina di sabato 14 novembre presso la Sala Fornace Carotta a Padova e sarà interamente fruibile anche in streaming. Un’occasione per creare dibattito e confronto tra docenti, esperti e giornalisti che si occupano di questo problema, diffondere i dati e le ricerche correlati, ma soprattutto riportare al centro la dimensione umana e relazionale, solo antidoto a questa emergenza.
“Paradossalmente proprio quella che è sempre stata la principale fonte di benessere, il contatto umano, è diventato un possibile fattore di rischio biologico” spiega Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria. “La solitudine però non è un rifugio, ma una gabbia. Soprattutto nelle città, pericolosi contenitori di solitudini”. “La solitudine è una condizione severa, che si acutizza nella terza età, inquina la qualità della vita ed è correlata a una più alta mortalità,” spiega il prof. Diego De Leo, vice presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria. “Siamo di fronte a una vera pandemia sociale che fa tantissime vittime. Lottando contro l’isolamento riannodiamo i fili di un tessuto sociale che, come una rete, sostiene tutti. Le relazioni significative salvano la vita”.