La situazione dell’inflazione in Italia è una realtà abbastanza nuova che ci tocca vivere oggi perché dall’inizio dell’epoca euro crisi inflattive di media o grossa natura nel nostro Paese non ce ne sono state. La stabilità monetaria portata dalla parità monetaria, oltre che da altri correttivi macro e micro economici, si è riflessa sull’andamento economico generale.
In realtà, in questo periodo si può dire che i prezzi al consumo sono influenzati da una grande variabile generale: il costo dell’energia. Un costo che incide in maniera devastante sulle produzioni da un lato ma anche sulle bollette che poi le singole famiglie saranno costrette a pagare. In base a questo assunto il Sole 24 Ore ci precisa che:
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,6%.Quella al netto dei soli beni energetici accelera da +0,4% a +0,6%. L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,8% per l’indice generale e a +0,9% per la componente di fondo.
Un bel dire, sicuramente, e nessuno vuole gridare allo scandalo come si fa un giorno si e l’altro pure da parte di quella opposizione che, però poi, non è che tiri furi ricette fantasmagoriche da contrapporre a quelle del governo Draghi per curare questo male che si sta nuovamente endemizzando nel nostro Paese.
La situazione dell’inflazione in Italia: l’ISTAT
ISTAT
L’ulteriore accelerazione, su base tendenziale, dell’inflazione è in larga parte dovuta, anche nel mese di ottobre, ai prezzi dei beni energetici (da +20,2% di settembre a +24,9%). Sia a quelli della componente regolamentata (da +34,3% a +42,3%) sia ai prezzi di quella non regolamentata (da +13,3% a +15,0%). Accelerano rispetto al mese di settembre, ma in misura minore, anche i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +2,0% a +2,4%).
L‘Istat, dal canto suo, emana con molta cautela i dati economici di questo periodo allegando delle note esplicative che risultano fondamentali per districarsi in un materia che sembra essere molto malleabile di questi tempi. Tra i vari indici ci sembra indicativo in maniera totale quello sulla fiducia dei consumatori, fiducia che inevitabilmente influenza i mercati.
ISTAT
A novembre 2021 si stima una diminuzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 118,4 a 117,5), mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese rimane sostanzialmente stabile (da 115,0 a 115,1).
La situazione dell’inflazione in Italia: gli indici
“La flessione dell’indice di fiducia dei consumatori è dovuto essenzialmente ad un peggioramento delle attese sulla situazione economica generale e di quelle attinenti la sfera personale.
In dettaglio, il clima economico e quello futuro sono in deciso peggioramento (i relativi indici calano, rispettivamente, da 142,2 a 139,8 e da 125,4 a 121,0). Il clima personale registra una riduzione più contenuta (da 110,4 a 110). Solo il clima corrente è in crescita, con l’indice che passa da 113,7 a 115,2.
Per le imprese si stima un miglioramento della fiducia nell’industria manifatturiera (l’indice aumenta da 115,1 a 116,0) e nel commercio al dettaglio (da 105,4 a 106,8). Invece, si registra un calo nei servizi di mercato e nelle costruzioni (l’indice scende, rispettivamente, da 112,1 a 111,3 e da 159,2 a 157,4)”.
Le famiglie ed i costi aumentati
A dirla tutta non una bella situazione sia per le famiglie che per le imprese ed i dati, comunque li si voglia leggere, devono essere ben capiti per non lasciarsi andare a considerazioni catastrofiste che, in realtà, sono ingiustificate del tutto ora. Certo c’è da fare mettendo soprattutto mano a tutte le precondizioni per far sì che i costi energetici rientrino in parametri almeno accettabili.
La prossima manovra finanziaria deve tenere conto della situazione e diversi provvedimenti sono stati già annunciati in merito. Quello che si va ad erodere nel medio lungo periodo è il potere d’acquisto dei salari degli italiani che, già in valore netto, non brillano nel panorama europeo.
Inflazione fa poi sempre il paio con disoccupazione: due valori e due trend sui quali si giocano le sorti economiche del nostro Paese nel periodo post pandemico, che si spera possa giungere il prima possibile. Le decisioni di politica economica ed anche di politica monetaria del governo Draghi ma anche dell’Europa ora diventano cruciali.
Guardare al futuro
Pagare le chiusure delle attività in epoca pandemica e l’instabilità può portare, insieme con le mille altre discrasie del nostro sistema economico, a situazioni molto difficili poi da affrontare. Confidiamo che Draghi da buon economista e con il suo bagaglio di esperienza sappi affrontare la cosa al meglio.
Il rischio che ci possa essere chi soffia sul fuoco è condizione già presente, purtroppo.