A Roma, nel corso di un Convegno in programma presso il Centro Congresso Auditorium Aurelia, dal titolo “La Tecnologia e la Robotica in Riabilitazione”, i risultati finali di una studio scientifico multicentrico, teso a misurare l’efficacia dell’utilizzo della tecnologia robotica nella riabilitazione dell’arto superiore nello stroke.
Il Convegno, a cui interverranno, tra gli altri, il nuovo direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, Maria Chiara Carrozza e il direttore generale Ricerca e Innovazione in Sanità del Ministero della Salute, Giovanni Leonardi, è accreditato ECM per i medici (tutte le specializzazioni) i fisioterapisti e i tecnici di neurofisiopatologia ed è patrocinato dalla Società di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) e dalla Società Italiana di Riabilitazione Neurologica (SIRN).
Si tratta di una ricerca senza precedenti a livello mondiale in questo settore, per numero di pazienti coinvolti (260 complessivamente), che mette a confronto i dati raccolti da pazienti trattati con le nuove tecnologie, con quelli raccolti dai pazienti trattati secondo le terapie tradizionali.
Da più di un anno infatti, in nove Centri della Fondazione Don Gnocchi in Italia sono utilizzati alcuni sistemi robotici che integrano e supportano il lavoro dei terapisti nella riabilitazione dell’arto superiore di pazienti colpiti da ictus o altre patologie neurologiche, con un’azione specifica sui movimenti di mano, polso, gomito e spalla.
“La riabilitazione robotico-tecnologica è efficace nel recupero dell’arto superiore dopo un ictus, con effetti comparabili e per alcuni aspetti superiori alla riabilitazione tradizionale”, questo il commento di Irene Aprile, medico neurologo e coordinatrice del Gruppo di Riabilitazione Robotica e Tecnologica di Fondazione. “Un modello organizzativo che utilizzi la robotica e la tecnologia consente una ottimizzazione delle risorse umane ed una conseguente possibilità di intensificazione del trattamento e di estensione al maggior numero di pazienti possibile, con il vantaggio di poter misurare e monitorare i progressi del paziente in ogni momento del suo percorso riabilitativo“.
Milano, Firenze, le due strutture di Roma (“S. Maria della Pace” e “S. Maria della Provvidenza), ma anche centri minori, come Rovato (BS), La Spezia, Fivizzano (MS) e altri del meridione d’Italia, solitamente penalizzati dal punto di vista delle prestazioni sanitarie, come S. Angelo dei Lombardi (AV) e Acerenza (PZ): questi i Centri dove sono state attrezzate le palestre robotiche e dove la migliore tecnologia oggi disponibile, si sposa alla professionalità e all’esperienza di operatori esperti e formati, così da produrre un risultato il più efficace possibile per il recupero funzionale del paziente colpito da ictus.
A collaborare alla raccolta dei dati dello studio multicentrico sono intervenute anche le strutture della Fondazione Don Gnocchi di Marina di Massa e Tricarico (MT), che hanno fornito i dati sui pazienti trattati con le metodologie tradizionali.