Un progetto di riqualificazione energetica efficace e integrato porta a una riduzione dei consumi di energia di circa il 50%, dimezzando i costi di manutenzione e riducendo drasticamente l’emissione di Co2. Significa rivalutazione patrimoniale dell’immobile, miglioramento nella classificazione energetica dell’edificio e maggior comfort abitativo per le famiglie. E chi meglio dei progettisti può valutare il piano di intervento più adeguato?
Lo ha spiegato Rete Irene, il network di imprese lombarde specializzato in Riqualificazione Energetica degli Edifici, in occasione della tappa di Bergamo del Future Build meeting 2015, due giorni di convegni e workshop, dove Rete irene è intervenuta nella giornata giovedì 29 ottobre. Ma qual è la metodologia più corretta per individuare il miglior piano di intervento? E come possono i professionisti nel settore edilizio trasferire al meglio le informazioni ai cittadini e alle amministrazioni private e pubbliche, alla luce dei nuovi obblighi normativi dettati dai decreti attuativi del 26 giugno 2015?
“Con i decreti attuativi del 26 giugno 2015, spiega Manuel Castoldi, Presidente di Rete Irene, la riqualificazione energetica è diventata un obbligo normativo e il progettista è il primo attore chiamato a valutare il piano di intervento. Avvalendosi di partner esperti e capaci che siano in grado di realizzare una diagnosi energetica completa e profonda sull’immobile esistente considerando la componente edile, quella impiantistica e i vantaggi per gli utenti finali, offrendo garanzie dei lavori effettuati e formazione degli inquilini sulle buone pratiche dell’efficienza energetica”.
Riqualificare un edificio significa infatti programmare un intervento integrato sull’immobile esistente, alla luce di uno scenario più restrittivo dal punto di vista normativo. Il decreto ministeriale del 26/06/2015 definisce infatti le nuove linee guida da rispettare per dare vita a opere di adeguamento energetico: dai requisiti minimi alle modalità di classificazione fino al nuovo attestato di certificazione.
I requisiti minimi sono parametri più severi e forniscono delle precise indicazioni sull’obbligo di efficientare energeticamente gli immobili in caso di interventi di manutenzione anche di una solo porzione o componente del condominio. In Regione Lombardia la nuova normativa entrerà in vigore il 1° gennaio 2016, e occorre quindi agire con estrema rapidità per conoscere e attuare le disposizioni contenute all’interno dei decreti ministeriali.
Ma cosa determina l’efficacia di un piano di intervento sull’edificio esistente? “Essenziale è l’indagine energetica preliminare, che serve per fare il check-up dell’edificio e definire gli interventi appropriati, spiega Nicola Stefani, direttore tecnico presso Mascherpa Tecnologie Gestionali Srl, tra le società fondatrici di Rete Irene, prendendo in considerazione tutte le superfici dell’edificio che concorrono alla dispersione del calore”. Questo significa considerare l’intero involucro in tutte le sue componenti, oltre ovviamente all’impianto di riscaldamento, che spesso risulta essere costituito da vecchie tecnologie e non efficiente. Analizzando inoltre i dati storici dei consumi e dei costi di gestione, si arriva a determinare lo stato di fatto.
Se il fine di un progetto di riqualificazione integrato è quello di intervenire in modo drastico ed efficace al tempo stesso, le previsioni di risparmio nel bilancio energetico devono essere più che convincenti. Per esempio, per un edificio di 25 appartamenti, con un consumo annuo di 39.500 mc di gas metano, è possibile tagliare i consumi di circa il 50%, arrivando a un risultato ottimale di 19.900 mc di gas metano con un risparmio non soltanto in termini di denaro, ma anche di emissioni inquinanti, pari addirittura a 37,4 tonnellate di CO2. Il calcolo sul cost saving è presto fatto: partendo da uno stato di fatto dove la spesa è di 32.050 €/a si arriva a un risultato pari a 17.470 €/a, che fa registrare un riduzione dei costi del 45,5%.
I vantaggi non finiscono qui. Le opere di efficientamento energetico portano a una rivalutazione economica dell’immobile, che permette di avere un aumento di capitale personale, rappresentando un investimento sicuro sulla propria casa. In termini monetari il valore dell’immobile sul mercato cresce fino al 9,7%*, rispetto a un appartamento con le stesse caratteristiche ma non riqualificato. (*Fonte: “Rapporto sugli effetti dell’efficienza energetica sul mercato immobiliare” di ENEA, I-com e Assoimmobiliare, 2013). In questo senso, la nuova normativa deve essere vista come una grande opportunità per migliorare tanto la qualità dell’abitare, quanto il rating degli edifici e l’ambiente nel quale viviamo.