Dopo lo sport, anche l’istruzione pensa a come ripartire. La ripresa delle attività nelle università italiane, secondo le ultime parole del Ministro Manfredi, sarà articolata in due fasi in modo tale da poter continuare la sanificazione delle aule universitarie ma anche di poter svolgere le normali attività in tutta sicurezza.
Come sarà la ripresa delle attività nelle università italiane?
La data di riapertura potrebbe essere fissata per il 15 giugno, con la ripresa vera e propria solo a partire dal mese di settembre. In particolare, per l’università, la chiusura verrà prorogata fino al 15 giugno, per poi riprendere con il nuovo anno accademico a fine settembre. Altro “piano“, inoltre, vorrebbe che molti atenei proseguano con le lezioni online ancora per qualche altro mese. Gli atenei più piccoli potrebbero permettere il ritorno in aula già tra la fine di settembre e, al più tardi, il gennaio del 2021. Quelli più grandi, soprattutto per le facoltà più popolate, potrebbero iniziare come hanno finito ovvero da remoto per poi pensare a un rientro in aula nei mesi successivi. Discorso che sarà valido sia per le lezioni che per gli esami.
Il rientro in due fasi
La ripartenza, quindi, sarà divisa in due fasi. La prima avrà come obiettivo quello di completare l’attuale semestre che è in corso e che andrà avanti fino a luglio tra attività individuale in presenza per la ricerca e le lezioni che proseguiranno online.
Da settembre, in poi, si passerà a un modello misto e che come afferma il Ministro Manfredi: “avviando le attività in presenza con un modello molto flessibile che possa essere adattato secondo le diverse realtà territoriali e l'affollamento dei diversi corsi di laurea”.
La crisi post coronavirus
L’Università italiana, però, non deve affrontare solo la ripartenza ma anche una probabile crisi dovuta al calo di nuove matricole per il prossimo anno accademico.