Il Consiglio Europeo ha approvato l’accordo provvisorio raggiunto tra la presidenza estone e il Parlamento europeo sulla riforma del sistema di scambio di quote di emissione (ETS) per il periodo dopo il 2020. Il testo concordato sarà ora sottoposto al Parlamento europeo per approvazione.
La riforma dell’ETS aiuterà l’UE a conseguire il suo obiettivo di ridurre di almeno il 40% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, come convenuto nel quadro 2030 per il clima e l’energia e nell’accordo di Parigi.
Oltre a contribuire alle riduzioni delle emissioni in modo efficace in termini di costi, la riforma del sistema incoraggerà l’innovazione e promuoverà l’utilizzo delletecnologie a basse emissioni di carbonio. In tal modo contribuirà a creare nuove opportunità per l’occupazione e la crescita, mantenendo nel contempo le salvaguardie necessarie per proteggere la competitività industriale in Europa.
“Sono orgoglioso di annunciare l’approvazione da parte degli Stati membri dell’UE della riforma del nostro sistema di scambio di quote di emissione dopo lunghi negoziati. La scorsa settimana la COP 23 ha delineato un chiaro percorso per l’attuazione dell’accordo di Parigi e l’UE sta mantenendo le promesse fatte a Parigi. Stiamo ponendo in essere un ETS più efficace che ridurrà ulteriormente le emissioni, rendendo la nostra aria più pulita e le nostre industrie più moderne e competitive.” dichiata Siim Kiisler, ministro dell’ambiente della Repubblica di Estonia.
La revisione rafforzerà l’EU ETS mediante l’introduzione dei seguenti elementi:
- il tetto massimo di emissioni sarà ridotto annualmente del 2,2% (fattore di riduzione lineare).
- Il numero di quote da immettere nella riserva stabilizzatrice del mercato sarà temporaneamente raddoppiato fino alla fine del 2023 (tasso di alimentazione).
- Un nuovo meccanismo volto a limitare la validità delle quote nella riserva stabilizzatrice del mercatoal di sopra di un determinato livello diventerà operativo nel 2023.
- Le disposizioni della nuova direttiva ETS saranno riesaminate periodicamente, comprese le norme sulla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e sul fattore di riduzione lineare, e la Commissione valuterà la necessità di ulteriori politiche o misure nel contesto di ogni bilancio effettuato nel quadro dell’accordo di Parigi.
L’ETS riveduto contiene varie disposizioni volte a proteggere l’industria contro il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e ad evitare l’applicazione di un fattore di correzione transettoriale uniforme. Le principali disposizioni sono le seguenti:
- la percentuale di quote da mettere all’asta sarà del 57% con una riduzione condizionata della percentuale di quote messe all’asta del 3 % qualora sia applicato il fattore di correzione transsettoriale. Se scatta, sarà applicato in modo coerente in tutti i settori.
- Le norme relative all’assegnazione gratuita sono state allineate meglio ai livelli di produzione delle imprese e i parametri di riferimento usati per determinare l’assegnazione gratuita sono stati aggiornati.
- I settori che presentano il maggiore rischio di trasferimento della produzione al di fuori dell’UEbeneficeranno di un’assegnazione interamente gratuita. La percentuale di assegnazione gratuita per i settori meno esposti alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio è fissata al 30%. L’eliminazione graduale di tale assegnazione gratuita per i settori meno esposti inizierà dopo il 2026, ad eccezione del settore del teleriscaldamento.
- La riserva per i nuovi entranti (NER) conterrà inizialmente quote inutilizzate provenienti dal periodo in corso 2013-2020 e 200 milioni di quote provenienti dalla riserva stabilizzatrice del mercato. Fino a un massimo di 200 milioni di quote riconfluiranno nella riserva stabilizzatrice del mercato se non utilizzate nel periodo 2021-2030.
- Gli Stati membri possono continuare a provvedere a una compensazione per i costi indiretti del carbonio in linea con le norme sugli aiuti di Stato. Le disposizioni in materia di comunicazione e di trasparenza sono altresì migliorate.
Un obiettivo fondamentale dell’ETS riveduto è quello di aiutare l’industria e i settori energetici ad affrontare le sfide in materia di innovazione e investimenti poste dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. A tal fine saranno istituiti i seguenti meccanismi di finanziamento:
- lo strumento NER300 esistente sarà rinnovato, fornirà un sostegno costante all’innovazione a basse emissioni di carbonio nei progetti in materia di energie rinnovabili e di cattura e stoccaggio del carbonio. Ora denominato Fondo per l’innovazione, il suo ambito di applicazione sarà esteso ai settori industriali (compresi la cattura e l’utilizzo del carbonio) e il suo volume iniziale che proviene dall’assegnazione gratuita e dalla messa all’asta è di 400 milioni di quote. Il Fondo può essere incrementato di massimo 50 milioni di quote se la riduzione condizionata della percentuale di quote messe all’asta non è necessaria o, se è necessaria, l’incremento è inferiore al 3%.
- Un Fondo per la modernizzazione sarà finanziato dalla vendita all’asta del 2 % del quantitativo totale di quote per promuovere l’efficienza energetica e la modernizzazione del settore energetico negli Stati membri con un PIL pro capite inferiore al 60 % della media dell’UE. Il Fondo può essere incrementato fino allo 0,5% se la riduzione condizionata della percentuale di quote messe all’asta non è necessaria o, se è necessaria, l’incremento è inferiore al 3%. La maggior parte delle risorse provenienti dal Fondo saranno utilizzate per sostenere gli investimenti nella produzione e uso dell’energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza energetica, lo stoccaggio dell’energia e la modernizzazione delle reti energetiche, nonché per sostenere una transizione equa nelle regioni dipendenti dal carbonio. I progetti in materia di generazione di energia che utilizzano combustibili fossili solidi saranno esclusi ad eccezione del teleriscaldamento negli Stati membri con un PIL pro capite inferiore al 30 % della media dell’UE nel 2013. Se viene scelta questa opzione, le quote aventi valore almeno equivalente dovranno essere usate per gli investimenti che non utilizzano combustibili fossili solidi per modernizzare il loro settore energetico.
- Gli Stati membri a basso reddito saranno anche in grado di modernizzare il loro settore energetico fino a un massimo del 40% delle quote da mettere all’asta. Tale percentuale può salire al 60% proveniente dalla parte solidarietà purché un uguale importo sia anche utilizzato nel Fondo per la modernizzazione.