La ricetta medica elettronica, dal 2024, manderà in soffitta definitivamente la sorella maggiore in formato cartaceo. A stabilirlo è stato il Decreto semplificazioni approvato due giorni fa dal Consiglio dei Ministri. Entrata in vigore più di dieci anni fa, la ricetta digitale (o dematerializzata) ha avuto un enorme diffusione durante il Covid e, ora, con il nuovo Decreto diventa strutturale. Il decreto contiene anche altre novità.
Come funziona la ricetta elettronica
Regolata dal decreto interministeriale del 2 novembre 2011, la ricetta elettronica ha avuto da subito un’ampia diffusione per la prescrizione sia di farmaci sia di prestazioni ambulatoriali. Durante la pandemia, per evitare l’affollamento negli studi medici e assicurare i farmaci ai pazienti fragili, la digitalizzazione della ricetta medica ha avuto un forte impulso. Il Decreto del 30 dicembre 2020 ha esteso la dematerializzazione delle ricette mediche anche ai farmaci non a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ai medicinali a base di stupefacenti e per la terapia del dolore. Ha, inoltre, consentito il rilascio del promemoria attraverso più canali.
Una volta emessa la ricetta elettronica, infatti, si genera un Numero di Ricetta Elettronica, un codice alfanumerico di 15 cifre, che il medico deve comunicare al paziente e può farlo attraverso un sms, Mail ordinaria, PEC, comunicazione telefonica. Il paziente può anche entrare nel Fascicolo sanitario elettronico opportunamente attivato.
Per acquistare i farmaci, il paziente comunica alla farmacia il numero della ricetta e il proprio codice fiscale.
La ricetta medica elettronica diventa strutturale
A partire dal prossimo anno la ricetta medica digitale sarà erogata, dunque, per la prescrizione di ogni tipo di farmaco e coprirà tutte le prestazioni sanitarie: i trattamenti terapeutici, i servizi riabilitativi e i presidi per pazienti cronici e con patologie invalidanti.
Per queste ultime due tipologie di pazienti, è prevista l’introduzione dell’elemento ripetibilità. La prescrizione dei farmaci, cioè, conterrà indicazioni per un intero anno. Ciò eviterà al paziente cronico il rivolgersi mensilmente al medico per la prescrizione del farmaco. I medici, inoltre, potranno personalizzare più facilmente il percorso di cura facendo le opportune modifiche in un arco temporale di 12 mesi.
La ricetta elettronica potrà essere utilizzata sull’intero territorio nazionale. I paziente, cioè, potrà acquistare i farmaci anche se si trova in regioni diverse da quelle di residenza.
Le altre novità introdotte dal decreto
Un’altra novità introdotta dal decreto affida un ruolo di responsabilità ai farmacisti. Secondo quanto stabilito, infatti, alla consegna dei farmaci i farmacisti dovranno informare i pazienti sulla modalità di assunzione dei farmaci. Dovrà inoltre monitorare la corretta assunzione dei farmaci e dove riscontrasse delle difficoltà da parte del paziente dovrà informare il medico di base perché risolva il problema in base alle sue competenze.
Sulla nuova ricetta, infine, non andrà più segnato il nome del paziente bensì solo il suo codice fiscale.
In copertina foto di Michal Jarmoluk da Pixabay