La protesta contro il Green Pass dei portuali – in realtà quelli di Trieste più di tutti – e degli autotrasportatori che da ieri devono essere muniti del certificato verde per poter accedere al loro posto di lavoro sta assumendo risvolti davvero surreali e per certi versi anche davvero poco rassicuranti.
Questi lavoratori sanno bene quanto è cruciale per la vita del Paese la loro posizione e non esitano ad approfittarne, si avete letto bene, per assumere un atteggiamento che definire ricattatorio è anche troppo benevolo. Presumo e pretendono guarentigie a carico della collettività sbandierando una malintesa incostituzionalità della certificazione.
Il loro modus operandi che minaccia di gettare il Paese nel caos totale tendendo a far mancare tutti i generi di prima necessità è un atto che con la democrazia e il diritto di sciopero non ha nulla a che vedere ed assume i contorni di un un atto border line rispetto alla linea del diritto.
L’egoismo più sfrenato porta costoro ad invocare rispetto per chi non si vaccina, ma non vuole essere chiamato no vax attenzione, facendo intendere che chi lo ha fatto è solo un povero fesso allineato alla dittatura sanitaria in atto. Farneticazioni tanto più inconcepibili e pretestuose che quando si è offerto loro la gratuità dei tamponi come palliativo per evitare lo scontro l’hanno rifiutata.
E’ una protesta dei lavoratori portuali no green pass o un ricatto morale?
La situazione impone un intervento energico del governo, nel rispetto democratico più assoluto di chi ha dichiarato che non vuole lavorare (e non permetterà nemmeno democraticamente a chi voglia di farlo). Siamo in una fase molto delicata e il governo deve pendere in mano le fila di questa questione che non può sfuggire dal controllo.
Come dicevamo, nel rispetto più totale dei lavoratori portuali e degli autotrasportatori si faccia in maniera che si mettano da parte, con tutte le conseguenze del caso su stipendio e contributi ovviamente, e li si sostituisca con l’esercito.
Si l’esercito nelle sue funzioni sociali in caso di calamità naturale, perché di questo si tratta ora. Affrontare dopo la iattura della pandemia la piaga dell’egoismo ed il delirio di onnipotenza di chi vuole tenere il Paese sotto scacco. Non si può e non si deve permettere questo perché la differenza fra chi va in piazza a devastare e chi opera così non c’è differenza.
Ancora una volta siamo costretti ad assistere ad uno spettacolo davvero incomprensibile da parte di chi non vuole capire che la propria libertà in democrazia finisce là dove inizia la libertà dell’altro e mai il proprio comportamento può ledere uno dei diritti fondamentali che è quello alla salute pubblica.
Protesta dei lavoratori portuali no green pass: non accettare le provocazioni
E’ un gioco al massacro iniziato per disinformazione e pressapochismo, smettiamola per favore di dire che gli scettici vanno capiti e convinti perché ormai è chiaro che non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire e queste persone si rifiutano di sentire. Occorre ora agire in maniera decisa ma democratica evitando di cadere nella trappola della violenza provocata.
Draghi prenda in mano la situazione e con le capacità indiscusse che ha già dimostrato di possedere e poter mettere in campo governi questa ulteriore sfida e non come sabato scorso quando chi doveva controllare che non si trascendesse ha deciso di non fare nulla perché la piazza inferocita non è più controllabile. Si agisca con perizia e immediatamente.
Solo dopo ci si sieda al tavolo e si faccia capire agli interlocutori che tutti siamo necessari ma nessuno è indispensabile.