Non solo tweetta Renzi, appare in tv come il suo ministro Padoan e per di più lo stesso giorno. In una gara avvincente a chi promette di più. E all’annuncio del Ministro dell’Economia degli 800mila posti di lavoro che saranno possibili se la manovra andrà buon fine, il volto dell’Italia resta impassibile. Un certo Cavaliere tempo fa ne promise un milione di posti di lavoro. Amarcord.
La legge di stabilità approvata in sede di Consiglio dei Ministri continua sulla strada del consolidamento fiscale, puntando su crescita e occupazione. Stanziati 1,9 miliardi per la copertura previdenziale e fiscale dei neoassunti. Nell’articolo 12 della bozza del disegno di legge di stabilità 2015 è previsto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali entro un limite massimo di 6.200 euro l’anno, per tutte quelle assunzioni a tempo indeterminato e a tutele crescenti che verranno stipulate dal primo gennaio al 31 dicembre 2015. Saranno esclusi però dagli sgravi tutti i contratti di lavoro domestico e quelli di apprendistato e la contribuzione e gli oneri INAIL, che invece dovranno essere versati. In più non sarà possibile godere dell’agevolazione per due volte per lo stesso lavoratore assunto con un contratto a tempo indeterminato. Saranno 3 i miliardi di euro stanziati dal Governo Renzi, suddivisi equamente tra le 3 annualità. A vederla così, tanto di cappello. Il problema è che, secondo il testo di bozza del decreto (non c’è ancora nulla di definitivo) ci saranno anche altre agevolazioni che decadranno. Una su tutte? La mitica legge 407/90 che per le imprese artigiane e del Mezzogiorno assicurava l’esenzione triennale totale dei contributi (e del 50% per i datori del Centro Nord) per gli assunti a tempo indeterminato di lavoratori disoccupati o in Cassa Integrazione guadagni Straordinari da almeno 24 mesi.
Magicamente ritorna l’amuleto del Pd, il numero 80 (porterà fortuna a Renzi?) Il nostro premier annuncia che saranno previsti dal prossimo anno gli 80 euro anche a tutte le neomamme e i neopapà, per i primi tre anni di vita del loro figlio. Poi da Palazzo Chigi la precisazione: il bonus partirà sì da gennaio 2015 ma sarà valido per i redditi fino a 90mila euro, con un costo complessivo di circa 500 milioni. E intanto i nidi continueranno a costare in media agli italiani 300 euro al mese a famiglia.