Con la personale “John Madu. The Year of the Masque”, la Fondazione Mudima di Milano presenta per la prima volta in Italia, dal 10 giugno all’8 luglio 2022, la produzione recente di una delle personalità più significative di quella nuova avanguardia di artisti che dà attualmente forma e voce all’arte contemporanea in Nigeria e nella più ampia regione dell’Africa occidentale.
Un’avanguardia che, collettivamente, attraverso la ritrattistica e la figurazione, smantella i costrutti razziali negativi e celebra gli uomini e le donne di colore con uno sguardo fiducioso e assertivo e che, nel lavoro di Madu, trova una disamina critica del rapporto storicamente ineguale tra Africa e Occidente e del processo di decolonizzazione.
I quindici dipinti in mostra, tutti di dimensioni monumentali, con la loro tavolozza audace e vibrante, conducono con ironia il pubblico a una maggiore consapevolezza su temi quali le difficoltà economiche e politiche derivanti dalla decolonizzazione e da una leadership corrotta e inefficace, la brutalità della polizia, il tribalismo. Temi apparentemente di politica interna ma in larga parte conseguenze dell’ipocrisia e dell’ambiguità con cui i paesi Occidentali hanno condotto il processo di indipendenza di questa parte del mondo.
È proprio a tale ambiguità che si riferisce la “maschera” citata nel titolo della mostra, quale simbolo della duplicità e delle contraddizioni che caratterizzano le situazioni della vita umana.
Nel lavoro di John Madu, tali argomenti sono trattati attraverso un ampio uso di simboli e allegorie: agli spazi domestici, agli oggetti di uso comune, ai soggetti colti in momenti di quotidianità, l’autore attribuisce significati nascosti che nell’osservatore deflagrano in un senso di straniamento. Stesso effetto sortiscono la grande attenzione riservata ai dettagli – le opere d’arte meticolosamente riprodotte negli interni da lui ritratti -, l’accostamento surreale dei colori, le citazioni attinte dalla storia dell’arte occidentale, dalla mitologia africana e dalla cultura popolare, che consentono all’artista di navigare senza soluzione di continuità tra tradizione e modernità, tra immaginazione e realtà.
Lo stesso titolo della mostra è frutto di questo approccio, che affianca molteplici riferimenti culturali: “The Year of the Masque” allude infatti a un anno speciale dedicato a celebrare la “maschera”, una forma di intrattenimento drammatico amatoriale, popolare tra la nobiltà nell’Inghilterra del XVI e XVII secolo che abbracciava la danza e la recitazione di attori mascherati.
“Nel complesso – scrive Oliver Enwonwu nel suo testo in catalogo – l’arte di John Madu racconta la storia e documenta il presente, offrendo uno sguardo unico sulle opportunità del futuro. In effetti, il nostro è un tempo di rapido progresso tecnologico e innovazione, massiccia espansione urbana alimentata dalla crescita economica, dal materialismo, dallo sfruttamento, così come da mali tra cui la gentrificazione, la schiavitù moderna e la stratificazione sociale. Mentre poggiamo il nostro sguardo sulle storie pittoriche di Madu, siamo costretti a contemplare la nostra stessa esistenza mentre negoziamo il nostro posto in un mondo sempre più globalizzato”.