Solitamente quando si pensa a una città sorge spontaneo associarla a una massa di case, negozi, uffici e ristoranti. A questi “elementi caratteristici” si aggiungono il traffico, il rumore e lo smog. Ma se non fosse così? Se fosse possibile creare una città nel bel mezzo dell’oceano che oltre ad essere perfettamente organizzata sia anche alimentata medianti pannelli solare? Sembra difficile crederci eppure non è semplicemente un’idea ma un progetto concreto. Precisamente la città alimentata ad energia pulita sorgerà nella Polinesia Francesca, una delle zone più suggestive e ricche di turismo dell’Oceano Pacifico ed il Seasteading Institute si occuperà della sua realizzazione. L’istituto, formato da eminenti biologi marini, ingegneri e ricercatori medici, si occupa già da molto della costruzione di habitat per salvaguardare razze animali in pericolo di estinzione e anche di preservare delle zone naturali a rischio. Grazie al consenso del ministro francese del turismo, Jean Christophe Bouissou, i lavori dovrebbero iniziare probabilmente nel 2019.
I motivi che hanno portato all’autorizzazione del progetto sono molteplici: in primis permettere uno sviluppo non solo economico ma anche tecnologico dell’arcipelago, inoltre, a causa delle dimensioni alquanto ridotte del territorio e dell’aumento del livello degli Oceani dovuto al riscaldamento globale, è parso indispensabili costruire una nuova città in grado di accogliere la popolazione. Infatti in questo modo gli abitanti delle varie isole potranno trasferirsi in caso di catastrofi naturali oppure per sfuggire al sovraffollamento del territorio, in più sarà anche un’attrattiva turistica molto gettonata.
La città sarà formata su una grande piattaforma a forma di pentagono. Le case saranno di circa tre piani, affiancate da giardini e vaste green areas e ci saranno anche vari porti in cui potranno attraccare le navi da crociera. Inoltre saranno posti pannelli solari su tutta la struttura che permetteranno l’eliminazione totale dello smog e consentiranno agli abitanti di condurre una vita sana. L’acqua sarà presa direttamente dall’oceano mediante degli impianti di desalinizzazione e ci saranno delle culture idroponiche ovvero delle coltivazioni in cui la terra è sostituita da un differente substrato e le piante sono alimentate da una soluzione nutritiva composta da acqua e composti inorganici.
Non tutti sono però favorevoli al progetto, c’è infatti chi ritiene che il governo non potrà sostenere le eccessive spese e quindi sarà solo uno spreco di tempo e di fondi che peserà sulle tasse dei cittadini. Il Seasteading Institute invece controbbate che il progetto è di fondamentale importanza e che comunque i costi saranno controllati e calibrati in base alle possibilità del territorio.