I dati dell’indagine Kaspersky Lab parlano chiaro: i baby-navigatori sono ai primi posti nelle ricerche di materiale pornografico. La percentuale più alta di visite di siti a contenuto erotico arriva dal Giappone con il 74, 9%, cui segue la Francia con il 68,9% e il Messico con il 56,3%, l’ Italia è al quinto posto con una percentuale del 44%. La Cina è il paese che meno soffre di questo fenomeno, così come possiamo notare dal grafico.
I dati forniti da Kaspersky Lab, che ha monitorato le richieste di blocco effettuate dai sistemi di parental control, filtri preposti al blocco o al filtraggio di contenuti ritenuti non adatti ai minori, fanno emergere un quadro della situazione in parte ipotizzabile, in parte meno. . Una moda, una dipendenza, un gioco o semplicemente l’espressione di una pulsione che la società tende quotidianamente a reprimere come direbbe un contemporaneo freudiano.
La pornografia ha assunto forme hard, catalogata socialmente come perversione senza vergogna, pudicizia, senso di colpa. Proviamo a chiederci perché la scoperta della sessualità da parte di ragazzi piuttosto giovani avviene attraverso il web. Il tabù associato al mezzo informatico si sveste, lo schermo cancella ogni privazione, rende tutto possibile e fruibile aiutando il timido ragazzo alle prese con i suoi primi istinti sessuali, a conoscere il piacere in forma distorta, eccessiva, fuori dagli schemi della realtà. Perché accade questo? Perché i genitori sono assenti e desiderano non affrontare l’argomento “ sessualità e rapporti sessuali” , evitando domande imbarazzanti e risposte dalle tonalità ambigue. Venendo meno l’informazione dalle autorità, il giovane curioso si avvicina alla seconda fonte, a quel “secondo” genitore onnisciente in grado di rispondere ad ogni genere di quesito: internet.
Perché la pornografia piace? La rappresentazione della sessualità nel corso della storia ha sempre avuto un grande successo, l’arte paleolitica e quella greca e romana ci hanno lasciato molte testimonianze di figure pornografiche . Il provare, sperimentare all’esterno ciò che magari non si riesce a fare nella propria vita costituiscono possibilità nuove che magari prima del web non c’erano. Il problema resta nell’uso che se ne fa della pornografia. Se il porno venisse usato come stimolo di riflessione e scoperta delle proprie possibilità sessuali allora può essere educativo, ma se eccede nella fruizione è controproducente . Se il porno viene visto dalla giovani generazioni senza qualcuno che ne spieghi il significato, purtroppo l’influenza è negativa: da un lato alcuni ragazzi possono sviluppare un senso di inadeguatezza nel modo di vivere la sessualità, dall’altra la idealizzano sino ad assumere un atteggiamento aggressivo verso di essa. Dunque, il porno può essere educativo se affiancato ad una buona educazione sessuale? La domanda resta aperta.
Tuttavia, il meccanismo della dipendenza sorge quando l’accesso a tale materiale è costante, economico, sicuro ( non vi è il rischio di malattie a trasmissione sessuale), fugace, diventa vera e propria dipendenza quando il soggetto sostituisce al rapporto sessuale reale al consumo di porno che assume così carattere di esclusività. Il sito più visitato in assoluto è Youporn, ogni anni ci sono 5 miliardi di visitatori con una media di visualizzazione di 8 video in 10 minuti. Le città più “youpornizzate” sono Milano e Roma.