Una delle usanze più diffuse e famose a Napoli è quella del “caffè sospeso” che risale alla seconda metà del Novecento. Consiste nel pagare due caffè ma berne solo uno, in modo da lasciarlo a una persona bisognosa che non se lo potrebbe permettere altrimenti. Secondo alcuni studiosi napoletani deriva dalle dispute tra gruppi di amici che non sapevano esattamente quanto mettere a testa e così davano di più di quanto era richiesto a beneficio di uno sconosciuto. Non tutti sono al corrente però che questa tradizione è stata riadattata da alcuni anni per la pizza.
L’iniziativa ha raggiunto l’apice del successo l’anno scorso, durante il Napoli Pizza Festival. Sia Ciro Oliva, proprietario della pizzeria Concettina Tre Santi, che Gino Sorbillo hanno aderito. Sono state sfornate centinaia di pizze per tutti i senza tetto ed i poveri della zona della ferrovia. In molti hanno pagato un sovrapprezzo per contribuire in parte alle spese. Anche nel 2015 per la festa dei lavoratori, è stato fatto un gesto simile per i più bisognosi e i disoccupati colpiti dalla crisi economica. Tuttora è possibile parteciparvi, infatti in svariati ristoranti e pizzerie si possono lasciare pochi euro per far avere poi una pizza intera a qualcun altro.
Questo atto di generosità incondizionato ha suscitato l’ammirazione del mondo intero. In particolare, in alcune città dei ristoranti hanno deciso di riproporla per dare il loro sostegno. Ad esempio a Philadelphia da Rosa’s Fresh Pizza i clienti lasciano una piccola somma e i bisognosi che ne usufruivano affiggono un post-it colorato come ringraziamento. Nel giro di solo un anno sono stati contati circa diecimila post-it.