Ebbene si: la pizza napoletana non piace a De Laurentiis. La notizia campeggia su tutte le prime pagine dei giornali sportivi e non di tutta Italia e, ovviamente spopola sui social dove si registrano risposte tutt’altro che lusinghiere nei contenuti e nella forma. Tutta colpa di un’intervista a briglia sciolta in cui il patron del Napoli e produttore cinematografico si apriva su vari temi con l’intervistatore.
Apriti cielo. Come può il presidente della SSC. Napoli calcio permettersi di dire una cosa del genere? La pizza napoletana? Quella che è la cartina di tornasole della città nel mondo! Se si usasse ancora si potrebbe dire che finora sono stati spesi migliaia di litri d’inchiostro ma neanche quello si usa più.
Ovviamente, sono partiti all’attacco i tifosi napoletani che si sono sentiti punti nell’orgoglio e colpiti in uno dei simboli della napoletanità ed anche esponenti della cultura e dell’intellighenzia partenopea che inorridisce e ribatte piccata alle parole del produttore.
La pizza napoletana non piace a De Laurentiis: esternazione di un’opinione
Eppure il presidente, sempre sanguigno e schietto nelle sue esternazioni, non è nuovo a discorsi destinati a suscitare discussione. Lo ha fatto e lo fa sia con interventi in campo calcistico e sia con riferimento al mondo del cinema che quando viene intervistato su questioni più generali.
Tutto lo scandalo dettato dalle sue parole ci sembra, in verità, la solita tempesta in un bicchiere di acqua. Solo un mondo distorto e distorcente come quello del calcio può vivere questa cosa come una vicenda, onta o quel che dir si voglia, da lavare assolutamente al più presto.
Eppure a tanti napoletani queste come tanto altre parole, dette a proposito o meno, sono convinti che il discorso non interessa loro minimamente. Si sa che il calcio, ormai, per molti è quasi una religione con le sue liturgie e le sue litanie e come diceva un signore qualche secolo fa questa è “l’oppio dei popoli” e, per la proprietà transitiva, anche il calcio lo è.
Fare un po’ di esercizio di memoria?
Volendo uscire dal coro dei censori vorremmo ricordare come il buon De Laurentis non sia nuovo a rilasciare dichiarazioni sulla pizza e già nell’ormai lontano 2016 esternava la sua preferenza per la pizza romana che, come tutti sanno, è distante anni luce da quella napoletana.
Diverso l’impasto, diversissima la consistenza: la romana sottile e croccante e quella napoletana alta ai bordi (cornicione n.d.r.) ma sottile al centro ma mai e poi mai croccante anzi, morbida a tal punto da poter essere mangiata piegandola a portafoglio.
L’una cotta nei moderni forni elettrici e la napoletana cotta nel classico forno a legna, tradizionale che più tradizionale non si può; eppure il presidente ha avuto da dire e ridire su tutto e contro tutti.
Wikipedia
La pizza napoletana: S.T.G. Dal 5 febbraio 2010 è ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita (STG) dell’Unione europea e nel 2017 l’arte del pizzaiuolo napoletano, di cui la pizza napoletana è prodotto tangibile, è stata dichiarata dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità
La pizza napoletana non piace a De Laurentiis: stereotipi
Ha messo in dubbio la salubrità e l’igiene dei forni a legna nonché la provenienza e tracciabilità della stessa legna che si va a bruciare il patron del Napoli ed ha sottolineato che non si fida e ritiene che la pizza napoletana non è per lui digeribile come quella romana infinitamente più leggera.
Ora, a prescindere dall’esattezza delle sue asserzioni e. magari, anche dall’opportunità nel dirle crediamo sia incontestabile che abbia tutti i diritti di dirlo; magari chi ci marcia è chi fa la domanda perché, come abbiamo già detto, la posizione di De Laurentis sulla pizza napoletana è risaputa da anni ed anni visto che dopo il 2016 ha ripetuto la stessa dichiarazione anche nel 2018 ed in altre occasioni.
Quindi, che notizia è? Perché offendersi? E’ una sua opinione, non ha mica chiesto a nessuno di organizzare un movimento contro la pizza napoletana. Opinabile? Certo. Di sicuro se si trova il tempo d’indignarsi per questo e ribattere con un profluvio di frecciate di ancor più dubbio gusto della presa di posizione che si vuole censurare allora stiamo messi davvero male.