“Le Regioni hanno le responsabilità istituzionali per svolgere un ruolo attivo e da protagoniste per costruire in Italia la coesistenza tra grandi predatori e attività umane e, per questo, abbiamo chiesto loro di lavorare insieme affinché siano messe in atto tutte le misure, molte previste nei nuovi Piani di sviluppo rurale 2014 – 2020, e le sinergie con le altre istituzioni, in primis le aree protette, perché ciò sirealizzi” questa in sintesi la richiesta del WWF Italia a tutte le Regioni italiane contenuta nella lettera a firma della Presidente, Donatella Bianchi, inviata oggi alla vigilia della riunione con i Ministeri che discuterà il “Piano per la conservazione e gestione del Lupo in Italia“.
La Direzione Generale per la Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente ha, infatti, convocato per domani, 17 febbraio, il tavolo paritetico della Strategia Nazionale per la Biodiversità con le Regioni per la discussione tecnica del testo del nuovo Piano di conservazione e gestione del Lupo in Italia, redatto in collaborazione con l’Unione Zoologica Italiana (UZI) ed il supporto dell’ISPRA. Con questo Piano il Ministero propone alle Regioni una pericolosa “scorciatoia”, per risolvere i conflitti con le attività zootecniche, tramite la possibilità di applicare le deroghe al divieto di uccisione di lupi conl’autorizzazione all’abbattimento legale di circa 60 lupi ogni anno.
Il WWF aveva già scritto nei giorni scorsi al Ministro dell’Ambiente affinchè cancellasse dal Piano la possibilità di abbattere questa specie protetta e prosegue la Petizione lanciata una settimana fa che ha già raccolto oltre 25.000 firme. L’appello del WWF a tutti i cittadini è di firmare ancora per dire NO all’abbattimento legale anche di un solo lupo e dire SI ad azioni ferme contro il bracconaggio. Nella petizione sono descritte anche le 6 AZIONI da mettere in pratica per risolvere efficacemente la convivenza tra attività economiche e presenza dei grandi predatori sul territorio
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In Italia la popolazione di lupo è in ripresa, indicativamente 1.500 esemplari, ma non è fuori pericolo a causa di rilevanti minacce tra cui, soprattutto, il bracconaggio e la mortalità per cause antropiche, che colpiscono fino al 20% della popolazione ogni anno, e l’ibridazione con cani vaganti, che in alcune aree supera il 40% degli individui monitorati.
Prevedere di ricorrere all’abbattimento di lupi quale risposta a situazioni locali critiche assicura solo un’illusoria e temporanea riduzione dei danni causati alla zootecnia, non risolvendo il problema e non placando i malumori degli allevatori, bensì aumentando in poco tempo la minaccia del bracconaggio. Recentissimi studi dimostrano, infatti, che l’abbattimento di alcuni esemplari di lupo, destrutturando i branchi ed aumentando la dispersione dei suoi componenti, può determinare nel medio e lungo termine un incremento della predazione sul bestiame domestico. La scorciatoia ipotizzata, quindi, rischia di aggravare piuttosto che risolvere il problema della predazione degli animali domestici da parte del lupo.
Il WWF Italia considera inderogabile e prioritaria la mitigazione del conflitto con la zootecnia, nel solco della coesistenza con i grandi predatori naturali, e per questo chiede siano messe in campo forti sinergie tra le istituzioni pubbliche al fine di attuare efficaci, concrete e diffuse misure di prevenzione per la difesa della nostra zootecnia estensiva, in troppi casi sottovalutate o mal perseguite, e garantire il rapido e adeguato indennizzo dei danni. Nel contempo è necessario ed urgente contrastare efficacemente il bracconaggio e il randagismo/vagantismo canino, che rappresentano oggi le principali minacce alla conservazione del lupo in Italia.
La bozza del nuovo Piano nazionale sul lupo può e deve essere migliorata attraverso un più ampio ed approfondito dibattitoche richiede più tempo di quanto fino ad oggi concesso dal Ministero dell’Ambiente. Per questo il WWF Italia invita tutte le Regioni a chiedere un rinvio dell’approvazione definitiva del Piano proposta dal Ministero e lavorare insieme, coinvolgendo le Associazioni agricole ed il mondo scientifico, per vincere la sfida di salvare insieme allevatori e lupi in Italia.